Volturara Appula (380 ab.) sorge sui monti Dauni settentrionali. Il suo territorio è caratterizzato da numerose sorgenti sulfuree e zone boschive. È stata sede vescovile per molti secoli ed aveva il titolo di città. La data della sua fondazione è sconosciuta, ma viene citata, con la denominazione di Vulturaria, tra le suffraganee (di rito greco) di Benevento, in un’epistola del 969 di papa Giovanni XIII. Nel 1433 incorporò la diocesi di Montecorvino ormai abbandonata e venne a sua volta unita alla diocesi di Lucera nel 1818. Tra i suoi presuli va ricordato Alessandro Geraldini, primo vescovo del Nuovo Mondo, sepolto nella cattedrale di Santo Domingo ove morì nel 1525. All’inizio del Cinquecento, Volturara è praticamente disabitata, e i suoi feudatari decisero di ripopolarla richiamando una colonia di provenzali, probabilmente originari delle valli valdesi del Piemonte ai quali concessero uno “Statuto”, riscoperto nel Novecento, noto fra gli studiosi per la sua antesignana liberalità[1]. Le gerarchie cattoliche, a seguito del Concilio di Trento, decisero di perseguire le colonie valdesi che si erano stabilite in Calabria e Puglia sin dall’epoca angioina e pertanto gli abitanti di Volturara furono sottoposti, nel 1563-64 ad un procedimento inquisitorio, condotto dal Padre Cristoforo Rodriguez, della Compagnia di Gesù. Pur essendo un piccolo paese, Volturara offre al visitatore interessanti monumenti e aree naturali: Ex Chiesa Cattedrale (XIII sec.) con possente campanile a torre, Santuario della Madonna della Sanità (XVI sec.), Chiesa del Carmelo (seconda metà del ‘700) Palazzo Ducale Caracciolo (XVI sec), Palazzo Cairelli (già Pignatelli, e già sede della curia vescovile), Taverna e mulino di Campolattaro, Antico Ovile Scaraiazzo, Tratturo Castel di Sangro-Lucera, Tratturello Volturara-Castelfranco (una diramazione del precedente), Bosco Sant’Antonio, Sorgente Fontana Uizzo, Torrente Gianpaolo (una via d’acqua a carattere torrentizio con diverse cascate naturali lungo il percorso). Il paese è citato tra i luoghi simboli della “transumanza” in Italia, in occasione della proclamazione della stessa quale ‘Patrimonio culturale immateriale dell’umanità, da parte dell’UNESCO, l’11 dicembre 2019[2]

Se per le vicende della presenza evangelica valdese del ‘Cinquecento a Volturara vi è molto da dire e molto è stato scritto[3], diversamente lo è per quella avvenuta in tempi recenti. Volendo essere precisi non è corretto parlare di una “presenza evangelica pentecostale a Volturara Appula”, poiché dopo l’intervento dell’Inquisizione in questo paese, di evangelici non ce ne fu più traccia, neanche dopo che le mutate condizioni politiche, sociali, culturali e religiose, avvenute nella nostra nazione con il passare dei secoli, hanno permesso che appartenere ad un credo differente non comporti più la condanna capitale. Sappiamo però, che qualche abitante di Volturara, trasferitosi all’estero per lavoro, precisamente negli Stati Uniti, fu raggiunto per grazia divina dal meraviglioso messaggio di salvezza in Cristo Gesù ed avendolo accettato si dispose affinchè anche i suoi compaesani potessero venirne a conoscenza. Non avendo la possibilità di rientrare in Italia, si informò della presenza dell’Opera evangelica pentecostale nelle zone limitrofe ai suoi luoghi d’origine e riuscendo a procurarsi l’indirizzo, un giorno scrisse una lettera ad Attilio Di Gennaro[4] di San Paolo in Civitate (FG), che al principio degli anni Cinquanta del secolo scorso era impegnato in un ministerio evangelistico itinerante in tutta la provincia di Foggia ed oltre. Questo fratello nella fede di cui purtroppo non conosciamo il nome, gli scrisse pregandolo di recarsi dai suoi parenti per potergli recare la testimonianza del Vangelo. Senza esitare, il Di Gennaro si presentò a casa di questi parenti che lo accolsero e lo ospitarono benevolmente ma quando furono messi di fronte alle Verità della Parola di Dio, non mostrarono nessun interesse e non rinnovarono l’invito ad essere nuovamente visitati.

“Riguardo ad un’Opera del Vangelo nel paese di Volturara Appula, ricordo che un giorno mi giunse una lettera da un fratello nella fede che viveva negli Stati Uniti e che era originario di questo paese. Egli aveva ancora dei familiari in paese e mi scrisse per chiedermi di andargli a parlare dell’Evangelo. Ricordo che la figlia del signore che mi ospitò era una studentessa, e poiché era una ragazza istruita mi ascoltò con interesse ma il resto della sua famiglia, pur comportandosi in modo molto ospitale nei miei confronti non si mostrò altrettanto interessata ad ulteriori visite per approfondire le verità spirituali e pertanto tutto finì lì con quell’unica visita[5]”.

Possiamo pertanto concludere che la “presenza evangelica pentecostale” a Volturara Appula fu soltanto di breve e fugace passaggio.

Dario De Pasquale 31/10/2022.


[1] Giuseppe Ceci, “Lo statuto dei provenzali di Volturara”, Ditta Tipografica Vecchi e C., Trani 1917.

[2] https://it.wikipedia.org/wiki/Volturara_Appula   Visitato il 7/10/2022.

[3] Ci occuperemo in altra sede di approfondire le vicende della presenza valdese nell’area dauno-irpina nel Medioevo, e di riportare la bibliografia esistente su tale argomento, per ora ci limitiamo a segnalare: A. Tortora, M. Castaldo, D. De Pasquale, “Il giusto vivrà per fede. Presenze Evangeliche in Irpinia e Capitanata dal Medioevo all’Età Contemporanea”, Delta3 Edizioni, Grottaminarda (AV) 2017; S. Caponetto, “La Riforma protestante nell’Italia del Cinquecento”, Ed. Claudiana, Torino 1997, pag. 392-397.

[4] Attilio Di Gennaro (1922-2017) è stato un ministro di culto ed evangelista pentecostale. Si veda la pagina: I PIONIERI.

[5] Intervista ad Attilio Di Gennaro, 16/06/2011.