Deliceto, 575m s.l.m. è un comune di 3.532 ab. che si trova nei monti Dauni meridionali. Sulla base delle conoscenze odierne, non è possibile datarne con certezza l’origine poiché non esistono documenti o ritrovamenti archeologici anteriori all’800-900 d.C. Al tempo dei Longobardi fu vedetta del Ducato di Benevento e nel X secolo i Bizantini costruirono il castello. Entrata a far parte del regno normanno, appartenne agli Svevi e poi agli Angioini. Nel 1463 Ferrante d’Aragona, elevò il borgo a marchesato e lo concesse al genero Antonio Piccolomini, che vi si stabilì con una colonia di albanesi. Il feudo passò ai Bartirotti e da questi ai Miroballo, poi ai Maffei, casate imparentate tra loro. Nel 1790, con la morte senza eredi del marchese Cesare Miroballo, Deliceto divenne città regia. Fra i monumenti principali, primo fra tutti vi è il castello che circondato dai caratteristici borghi medievali “Calabria” e “Scarano” domina dall’alto una profonda rupe. Monumento nazionale dal 1901, oggi è di proprietà comunale ed è recentemente tornato agibile dopo anni di abbandono. Percorrendo Corso Regina Margherita, che collega Piazza Europa (dove si trova il Monumento ai Caduti) con Via Castello, si incontrano numerosi palazzi nobiliari e la chiesa dall’Annunziata (IX sec.), la chiesa di Sant’Anna e Morti, la cappella di Sant’Antonio Abate con l’attiguo palazzo Bartilotti e infine la maestosa Chiesa Matrice o del Santissimo Salvatore (VII-VIII sec. abbattuta e ricostruita nel 1744). Altri monumenti sono il Convento Francescano e la chiesa di Sant’Antonio (1510), la Fontana Monumentale “Mariamalia”, la Chiesa di San Rocco, la cinta muraria ed il Piazzale Belvedere (1930) una terrazza pedonale situata lungo Corso Umberto I che si affaccia sul borgo medievale in cui spiccano il Castello e la Chiesa Matrice.[1]
Nel corso degli anni Cinquanta la predicazione evangelica pentecostale fu portata in quasi ogni comune della provincia di Foggia. In alcuni di questi, soprattutto nei gradi centri, si formarono delle chiese ancora oggi esistenti, in altri, non si ebbe nessuna conversione, in altri ancora, si formarono piccoli gruppi composti da un esiguo numero di fedeli che il più delle volte durarono pochi anni. Ricostruire le vicende storiche di questi piccoli nuclei evangelici dalla breve esistenza dopo tanti anni di distanza è compito arduo data la totale assenza di una documentazione scritta. Il più delle volte sporadiche notizie su di essi si possono trovare soltanto dai ricordi dei fedeli più anziani (fonti orali) che meritano di essere trascritti in quanto con la loro dipartita rimangono l’unico documento disponibile per conoscere, almeno in parte, vicende come quella della presenza evangelica pentecostale a Deliceto. Questo paese pur essendo nel 1950 abbastanza grandicello, (possedeva il doppio degli attuali abitanti)[2] ed anche se fu periodicamente evangelizzato, non vide mai la costituzione di una comunità evangelica pentecostale. Vi furono però alcune famiglie che si convertirono all’Evangelo ma che dopo la conversione rimasero a vivere per poco tempo in paese. La conoscenza di questa presenza evangelica sarebbe caduta nell’oblio se non fosse emersa nei ricordi di Attilio Di Gennaro e Nicola Nuzzo[3] durante una intervista realizzata alcuni anni prima della loro dipartita.
“A Deliceto nei primi anni Cinquanta c’erano alcuni fedeli. Io ho frequentato le loro case, li ho visitati, ma poi questi fratelli sono emigrati altrove…”[4]
“Qui non è nato mai nulla. C’era un commerciante di materiale edile con il quale avevo dei contatti ma lui rispondeva sempre che non aveva tempo per queste cose. Una ragazza di questo paese venne a Troia per lavoro, si convertì e qualche anno dopo si sposò con un credente della nostra chiesa. Tante volte l’ho accompagnata a Deliceto per evangelizzare i familiari ma essi non si sono mai mostrati interessati all’Evangelo…[5]”
Spendere tempo nelle ricerche e nel ricordo di brevi quanto fugaci presenze evangeliche come quella avutasi a Deliceto, potrà apparire superfluo ed inutile. Bisogna tenere presente però che anche in quei luoghi in cui si predicò il Vangelo ma non si riuscì a fondare una chiesa, richiesero ugualmente impegno e tanto lavoro. I sacrifici che i pionieri del Vangelo, (oggi quasi tutti con il Signore), dovettero affrontare, non devono cadere nell’oblio ma rimanere un esempio di consacrazione per le generazioni future.
Dario De Pasquale, 12/10/2022.
[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Deliceto visitato il 3/10/2022
[2] Statistiche I.Stat – ISTAT; riportate in https://it.wikipedia.org/wiki/Deliceto
[3] Attilio Di Gennaro (1922-2017) e Nicola Nuzzo (1930-2017) sono stati dei ministri di culto ed evangelisti. Si veda la pagina: I PIONIERI.
[4] Intervista ad Attilio Di Gennaro realizzata il 16/06/2011.
[5] Intervista a Nicola Nuzzo, realizzata il 21/05/2013.