Castelnuovo della Daunia (1.264 ab.) si trova a 543m s.l.m. nella parte settentrionale del subappennino Dauno. Il nome originario fu Castrum Sclavorum o Castelluccio de’ Sclavis perchè fondato dagli Schiavoni, popolazioni slave che dalla Dalmazia approdarono in Puglia nel 642, nell’871 e nel 926. Spingendosi nell’interno, alcuni raggiunsero la zona e dalla fusione con una comunità italo-greca già presente sul posto nacque l’abitato.Tra il 1468 ed il 1476 si riversò nel paese un cospicuo numero di profughi albanesi, sfuggiti ai massacri compiuti nella loro terra dai Turchi ma la difficile coesistenza di questi con la comunità spinse gli Albanesi alcuni decenni dopo ad andarsene per popolare il vicino casale Sanctus Petrus de Castelluccio, diventato poi Casalvecchio di Puglia. Dopo essere stato proprietà di diverse famiglie feudatarie, l’ultima fu quella dei Di Sangro sotto la quale divenne marchesato, mutò il nome in Castelnuovo e il 18 aprile 1863 acquisì quello odierno per distinguerlo dai molti omonimi Comuni. La disposizione dell’abitato con larghe strade, la vasta piazza centrale e gli ampi spazi di Largo Imbriani e Piazza Gabriele Canelli, differenziano profondamente il paese da quelli vicini. Sono proprio questi slarghi, insoliti per un paese montano, che, dando respiro alle ripide viuzze del centro storico, addolciscono il dislivello della collina e diventano elemento aggregante e distintivo dei tre principali quartieri: la Villa, Piazza Plebiscito e Piano della Maddalena. Fra i monumenti principali si ricordano la Chiesa matrice (1199), la Chiesa e convento di santa Maria Maddalena (1579), la Chiesa della Madonna Incoronata (1703), la Chiesa di San Nicola vescovo, ricostruita nei secoli XVII – XVIII sui resti di una preesistente e la Chiesa della “strettola”, rustica chiesetta eretta in località “Strettola”[1].
Come avvenne in molti luoghi della nostra nazione, la caduta del fascismo e le mutate condizioni politiche, permisero la fine (o quasi[2]) delle tante restrizioni fasciste sulla possibilità di proclamare una religione differente da quella cattolica. Nel meridione italiano questa nuova situazione facilitò la diffusione del messaggio evangelico pentecostale, che sebbene ritenuto ancora dannoso per la psiche degli addetti[3], si propagò ovunque con crescite esponenziali. Fu proprio in quegli anni che seguirono la fine del Secondo conflitto mondiale che la provincia di Foggia visse un fermento religioso che fece sì che l’Evangelo venisse predicato in quasi ogni comune.
“… A piedi e con biciclette il fr Rosania insieme ad altri fratelli continuarono ad evangelizzare diversi paesi della provincia (Pietramontecorvino, Stornarella, Rocchetta S. Antonio, Lacedonia, Castelnuovo della Daunia, Casalnuovo Monterotaro, Chieuti, Torremaggiore, San Severo, Margherita di Savoia). Sorsero grazie a Dio fiorenti comunità di credenti che il fr Rosania e gli altri fratelli curavano con amore e sacrificio … [4]“
Non disponiamo di molte informazioni sull’Opera dell’Evangelo in questo paese. In appendice al libro “Le radici del Movimento Pentecostale” dove vengono riportate tutte le località italiane raggiunte dalla predicazione evangelica pentecostale dagli inizi (1908) fino al 1989, anno di pubblicazione del libro, Castelnuovo della Daunia risulta essere un comune che fu soltanto evangelizzato nel 1952. Questo appunto potrebbe apparire in contraddizione con due articoli della rivista Risveglio Pentecostale risalenti all’anno 1965, nei quali in ben tre diverse occasioni si fa menzione di credenti appartenenti alla chiesa di Castelnuovo della Daunia.
“Lucera (Foggia). Nuovo locale di culto. … Il giorno 23 maggio u.s., con l’intervento dei fedeli delle chiese di Foggia, Casalvecchio di Puglia, Castelnuovo della Daunia, Torremaggiore, Troia, Pietra Montecorvino, San Severo, S. Nicandro Gargano, San Marco la Catola, Postangeloni (Cerignola) Stornara e Silla (Salerno) il Signore ci ha concesso la grazia di dedicare con grande gioia questo tempio al Suo Santo Nome. I messaggi ci sono stati portati dal fratello Giovanni Ferri, pastore della Chiesa di Foggia che ci ha anche parlato del progresso del Vangelo nella nostra nazione e nel mondo… (Pappalardo Donato)”[5].
“Lucera (Foggia). Battesimi. Abbiamo la gioia di partecipare a tutta la nostra fratellanza che il Signore ci ha dato la Grazia di tenere a Lucera, il 10 ottobre u.s., per la prima volta ne nostro nuovo locale, un servizio di battesimi con la celebrazione della Santa Cena. Sono scesi nella vasca battesimale facendo patto con il Signore di servirLo per vita e per morte, tre sorelle ed un fratello di Lucera e una sorella e due fratelli della comunità di Castelnuovo della Daunia. La Parola di Dio è stata somministrata dal fratello Rosania della chiesa di Foggia per il battesimo dal fratello Lizzi Giovanni della chiesa di Troia per la la Santa Cena. Il giorno 14 novembre il Signore ci ha di nuovo concesso la grazia di tenere un altro servizio di battesimi con la celerazione della Santa Cena. Sono scesi nella vasca battesimale due sorelle di Lucera ed un fratello della Comunità di Castelnuovo della Daunia, i quali avevan accettato cn gioia il Signore Gsù Cristo come loro personale Salvatore. I messaggi della Parola di Dio sno stati dati: dal fratello Giovanni Panzetta di Pulsano (Taranto) per il battesimo e dal fratello Giovanni Lizzi per la Santa Cena. Sia il giorno 10 ottobre e sia il 14 novembre hanno partecipato ai culti i fedeli delle nostre chiese dei paesi circovincini. Grandi sono state le benedizioni largiteci dal Signore che si è manifestato in noi con la sua potenza vivificante… (Pappalardo Donato)[6]”.
L’apparente contraddizione può essere facilmente spiegata considerando che il gruppo evangelico di Castelnuovo della Daunia fu una chiesa di piccole dimensioni, con pochi membri che forse non erano neanche tanto giovani al momento della loro conversione i quali con la loro dipartita, (ipotizziamo avvenuta molto tempo prima della pubblicazione del libro citato,) determinarono l’estinzione della chiesa lasciando al Toppi l’unica alterativa di menzionare il paese come località evangelizzata ma in cui attualmente (1989, anno di pubblicazione del suo libro) non esisteva più una comunità A.D.I.[7] Anche se è da tanti anni ormai che in questo paese non vi è più una presenza evangelica pentecostale, non tutto è andato perduto, poiché per mezzo della Chiesa dei Fratelli, un movimento evangelico sorto ai tempi del Risorgimento italiano molto diffuso nei paesi del Gargano, la Buona Novella della salvezza in Cristo Gesù è ancora annunciata. Nel 1994 alle porte di Castelnuovo della Daunia è stato aperto il Centro Bethel.
“Il centro Bethel, sito in Castelnuovo della Daunia (FG), è nato dopo una serie di eventi le cui radici storiche risalgono lontano (…) Nel 1952 i credenti di Poggio Imperiale ebbero la visione di vedere realizzato un campo per bambini, il primo in assoluto nella provincia di Foggia… e gli organizzatori si resero subito conto dei benefici spirituali (…) Questa esperienza (…) portò (…) ad organizzare campi della durata di una settimana in altre città della provincia. (…) si costituì l’Associazione Centro Bethel con il Consiglio di Amministrazione. (…) Il 1994 fu l’anno della svolta. I fratelli del C.d.A., in collaborazione con i soci Bethel, decisero di acquistare la villa situata all’ingresso di Castelnuovo della Daunia… Il Centro è dotato di tre fabbricati, di impianto sportivo (campo da calcetto-pallavolo e piscina) e tre ettari di pineta (…) Lo scopo di questo Centro, è quello di effettuare, durante tutto il periodo dell’anno, campi di studio biblico, convegni, agapi ed incontri speciali. Ogni anno, nel periodo di luglio e agosto, vengono svolti campi organizzati dal C.d.A.: … ragazzi (dai 7 ai 12 anni), adolescenti (dai 13 ai 16 anni), famiglie e giovani (dai 17 anni in su), oltre ad altre attività organizzate da terzi. I campi adolescenti e giovani vengono anche organizzati a fine anno (…) La funzione principale dei campi biblici non è mai cambiata. Come quelli all’origine di questa opera, gli scopi principali sono: lo studio della Parola del Signore, la conversione dei partecipanti e, per i credenti, il rinnovo dell’impegno di seguire il Signore”[8].
Dario De Pasquale,
18/10/2022.
[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Castelnuovo_della_Daunia Visitato il 7/10/2022
[2] In realtà la ventata di aria di libertà fu temporanea, si ebbe soltanto durante la presenza delle truppe alleate nel nostro territorio nazionale ma a guerra conclusa, con il ritorno alla normalità, iniziò nuovamente un periodo di repressione nei confronti delle minoranze religiose (in particolare verso gli evangelici di fede pentecostale) che avrà termine soltanto nel 1955 con l’abrogazione della Circolare Buffarini-Guidi del 1935, la quale per ragioni razziali, dichiarava illegale il culto pentecostale in tutto il Regno d’Italia.
[3] Abbiamo citato la risposta del Ministro dell’Interno Mario Scelba, il quale chiamato a rispondere in Parlamento il 10 febbraio 1953 sul perché della mancata abrogazione della Buffarini-Guidi, non potendo più avvalersi dei motivi razziali per il quale essa era stata emanata, si giustificò affidandosi a pretestuose norme di igiene sanitaria mentale.
[4] Tratto da http://www.chiesaemanuel.it/ROSANIA%20GIUSEPPE.pdf Visitato il 29/05/2009. Questa pagina non è più visibile ma l’intero documento è stato riportato integralmente nella sezione I PIONIERI di questo sito con il titolo “Eccomi Signore. Giuseppe Rosania 1922-2005”.
[5] Risveglio Pentecostale n° 8, anno 1965, pag. 17.
[6] Risveglio Pentecostale n°12, anno 1965, pag. 16.
[7] David A. Womack – Francesco Toppi, “Le radici del Movimento Pentecostale”, Adi-Media, Roma 1989, Appendice pag. V.
[8] https://www.centrobethel.it/il-centro/la-storia.html visitato il 7/06/2019