Chieuti (Qefti in arbëreshë) è un comune di 1.538 abitanti noto con l’appellativo di “Porta di Puglia”, essendo il primo comune pugliese che si attraversa arrivando da nord. Sorge a 221 m s.l.m. su un colle non distante dal mare Adriatico. La località balneare Marina di Chieuti è caratterizzata da lunghe spiagge sabbiose. Il territorio comprende l’area dove sorgeva l’antica città di Cliternia Frentana, distrutta dai Goti nel 495 d.C. E’ uno dei due paesi arbëreshë della provincia di Foggia (l’altro è Casalvecchio di Puglia). Entrambi furono fondati da albanesi accolti dai sovrani aragonesi del Regno di Napoli immigrati a seguito dell’invasione della Grecia da parte dei Turchi Ottomani nel XV. L’impronta albanese è tuttora molto viva sia nella lingua che nella cultura locale. In età moderna Chieuti fu feudo delle famiglie Carafa, De Guevara, Gonzaga, d’Avalos e Maresca. Fra i monumenti e luoghi d’interesse abbiamo la chiesa sconsacrata di Santa Maria degli Angeli, il centro storico e la chiesa di San Giorgio Martire, fatta costruire in onore di Giorgio Castriota Scanderbeg nel XVI secolo[1].

La costituzione della chiesa evangelica pentecostale di Troia, e poco dopo quella di Foggia, nel 1946-47, ed il risveglio[2] spirituale che ne seguì, permise a macchia d’olio la diffusione della predicazione evangelica in molti altri comuni della stessa provincia. In alcuni di questi si vennero a realizzare floride chiese ancora oggi esistenti, in molti altri si formarono soltanto dei piccoli gruppi che seppur visitati periodicamente da pastori itineranti si dissolsero nel giro di pochi anni. Le ragioni sono molteplici ma fra i fattori principali vi furono l’emigrazione (che vide spesso gli evangelici in prima fila) e le pressioni della Chiesa cattolica, che seppur impossibilitata a ricorre al potere secolare come negli anni del fascismo, si oppose strenuamente alla predicazione evangelica, facendo di tutto per riportare nel proprio “ovile” le pecorelle smarrite. Non di rado capitava che dopo un breve iniziale interesse della popolazione per le cose spirituali che faceva ben sperare per il futuro, tutto ritornava come prima. A Chieuti per ben due volte le cose andarono in questa maniera. I primi a portarvi il messaggio del Vangelo furono i valdesi tramite un ex sacerdote, divenuto poi pastore evangelico, Pietro Mariani[3].

“Trasferitosi a Bologna nel 1876, vi rimase quattro anni, per poi essere inviato prima a Napoli (1880-1882) ed infine a Bari a partire dal novembre del 1882. In quella località trovò una piccola congregazione che in una decina d’anni raddoppiò, ed estese la sua attività a numerose località della Puglia… Nel corso del suo ministero, prima nella Chiesa Cristiana Libera e poi in quella valdese, Mariani raggiunse un numero impressionante di località: Bitonto, Bitritto, Capurso, Carbonara, San Michele, Casamassima, Conversano, Grumo Appula, Margherita di Savoia, Modugno, Montrone, Nardò, Noci, Noicattaro, Palese, Putignano, Sannicandro, Santo Spirito, Turi, Triggiano e Valenzano. A cavallo del secolo si aggiunsero: Brindisi, Campobasso, Chieuti, Foggia, Gallipoli, Gioia del Colle, Molfetta, Monopoli, Palo del Colle, e poi Ginosa (1903), Falerna, Taranto (1904) ed infine Grottaglie (1912). La situazione generale dell’area in cui operò era di grande miseria: oltre allo stato d’ignoranza e superstizione, la situazione economica era critica, con richieste di aiuto da parte di molti capifamiglia rimasti senza lavoro, e rivolte popolari contro l’aumento del prezzo del pane. Nell’agosto del 1909, ripresosi da un forte attacco di malaria, si trasferì a Taranto. Qui si dedicò con impegno alla nuova comunità, reintroducendovi il canto e accrescendo il numero dei membri…[4]

I successori di Mariani, che morirà in giovane età mentre esercitava il suo ministerio nella Chiesa valdese di Taranto, non menzioneranno più Chieuti nelle loro relazioni annuali alla Tavola Valdese sulle visite pastorali ai gruppi della diaspora pugliese e dall’assenza di altre informazioni non possiamo che trarne la conclusione che il gruppo valdese di Chieuti si estinse o si sciolse. Circa cinquant’anni dopo, il paese fu nuovamente raggiunto dal messaggio del Vangelo, questa volta per mezzo di predicatori itineranti evangelici pentecostali.

A piedi e con biciclette il fr Rosania insieme ad altri fratelli continuarono ad evangelizzare diversi paesi della provincia (Pietramontecorvino, Stornarella, Rocchetta S. Antonio, Lacedonia, Castelnuovo della Daunia, Casalnuovo Monterotaro, Chieuti, Torremaggiore, San Severo, Margherita di Savoia). Sorsero grazie a Dio fiorenti comunità di credenti che il fr Rosania e gli altri fratelli curavano con amore e sacrificio”[5].

Purtroppo, ancora una volta l’Opera non riuscì a radicarsi nel territorio e nel giro di pochi anni anche la piccola presenza evangelica pentecostale chieutina venne meno.   

Dario De Pasquale, 11/10/2022.             


[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Chieuti  Visitato il 7/10/2022.

[2] Generalmente presso gli ambienti evangelici con la parola risveglio viene inteso un periodo di grandi attività evangelistiche accompagnate da numerose conversioni ma anche di rinnovamento e rinascita spirituale della stessa chiesa, in cui gli appartenenti considerati dormienti avvertono la necessità di un maggiore impegno con la fede.

[3] Pietro Mariani (1847-1914) sacerdote e professore, divenuto evangelico fu pastore della Chiesa Cristiana Libera ed

evangelista per la Chiesa valdese.

[4] https://www.studivaldesi.org/dizionario/evan_det.php?evan_id=403   Visitato 11/10/2022

[5] Tratto da: “Eccomi Signore – Giuseppe Rosania 1922-2005)”, vedere pagina I PIONIERI.