Castelluccio Valmaggiore (1.210 ab.) è un paese dell’appennino Dauno settentrionale che domina l’ampia valle in cui scorre il Celone. Il toponimo deriva da Castrum Vallis Maioris, con cui veniva identificato il castello eretto dai Bizantini verso il 1000. Fin dal 1440, Castelluccio venne annessa alla baronia della Val Maggiore, che comprendeva anche Celle di San Vito e Faeto. La baronia appartenne nel corso dei secoli a diversi casati, fra i quali spiccano i Carafa e i Caracciolo, fino al 1806, quando fu abolito il feudalesimo. Anticamente, l’abitato aveva forma di triangolo isoscele ed era chiuso da una cinta muraria costituita da abitazioni fortificate. Alla base del triangolo si aprivano due porte, dette del Pozzo (a occidente) e del Piscero (a oriente) mentre al vertice del triangolo fu edificato il castello bizantino, del quale resta solo la torre. Dei tre piani originari della torre, ne sopravvivono solo due. Diversamente dal resto della Valmaggiore, Castelluccio non appartiene alla minoranza francoprovenzale in Puglia; nel suo territorio accanto alla lingua italiana si parla il dialetto dauno-irpino, benché non manchi qualche termine vernacolare di evidente origine francoprovenzale. Nel 2011 è sorto il Museo della Valle del Celone che si articola in tre sezioni: archeologia, naturalistica e didattica[1].

“Il fratello Antonio Cirocco spinto dallo zelo per l’Opera del Signore, aiutato dai fratelli Vito Manfredi, Armando Gervasio e Pasquale Rossi, iniziano un’opera evangelistica nel paese di Castelluccio Valmaggiore, Roseto Valfortore, dove il fratello Vito Manfredi ne prenderà cura…[2]

Queste poche righe tratte da una relazione del pastore Gianluca Lo Giudice sulle origini e sviluppo della chiesa cristiana evangelica ADI di Postangeloni, una contrada di Lucera (FG), è l’unico documento di cui disponiamo attualmente nel quale è citato il paese di Castelluccio Valmaggiore a proposito di una eventuale presenza evangelica pentecostale. Data l’assenza di altre informazioni derivanti sia da fonti scritte che orali che menzionino questo paese, viene da supporre che l’attività evangelistica compiuta a Castelluccio Valmaggiore verso la fine degli anni Sessanta non portò a nessuna conversione. Considerando però le parole “… Vito Manfredi ne prenderà cura…” queste ci portano a valutare altre possibilità. Forse qualcuno si convertì o si avvicinò incuriosito al messaggio evangelico pentecostale aprendo le proprie porte di casa, permettendo in questo modo che per un certo periodo di tempo in paese si tenessero riunioni di culto curate da Vito Manfredi. Infatti, se non possiamo affermare con certezza assoluta che a Castelluccio Valmaggiore vi siano stati degli evangelici di fede pentecostale, possiamo invece dire che vi furono dei credenti di fede evangelica. A pochi km di distanza da Castelluccio Valmaggiore, si trova Faeto, paese in cui sin dai primi anni del Novecento si costituì una fiorente chiesa evangelica aderente al movimento dell’Esercito della Salvezza[3], che molto si adoperò per la diffusione della Buona Novella nei comuni limitrofi.

“Siamo stati oltremodo benedetti constatando come il Signore opera in questi ultimi tempi al Corpo di Faeto ed uno dei fatti più salienti è certamente quello dell’esaudimento alla preghiera di un giovane che ha accettato l’Evangelo e che abita nel comune di Castelluccio a pochi chilometri da questo ridente villaggio. Il padre del giovane di cui si tratta, emigrante in America molti anni addietro, incontrò il Signore per mezzo dell’Esercito della Salvezza e tornato in Patria cominciò a testimoniare della benedizione ricevuta da Dio nella natia Castelluccio, ma ben pochi gli hanno dato ascolto per molti anni, quando finalmente il giovane Falcone che aveva incominciato a leggere la Bibbia, venne a Faeto in questi ultimi tempi e s’incontrò con l’Esercito di cui suo padre parlava. Fu attratto alle adunanze e tutte le cose udite dal Padre e lette nella Parola di Dio vennero confermate dalla Grazia che si manifestò nel suo cuore. Si inginocchiò e pubblicamente diede il suo cuore e la sua vita al Signore avanzandosi al Banco dei penitenti. Fu tale la gioia nel cuore del giovane Falcone che sebbene dovesse in breve emigrare per gli Stati Uniti, egli pregò Dio di non lasciarlo partire se prima non avesse visto l’attività salutista operare nel proprio paese. L’Ufficiale Comandante, il Capitano Lopardo, fu invitato di andare a tenere delle adunanze e mi racconta quanta fu grande la sua gioia di trovare centinaia di persone pronte ad ascoltarlo, che erano già state in un certo modo evangelizzate. Quando ultimamente io stesso ebbi occasione di visitare quella località, sebbene, per ragioni contingenti non eravamo attesi per un’adunanza, ugualmente vennero parecchie persone, popolani e professionisti, per udire le cose che avevamo da dire loro da parte del Signore. Sebbene la “Catena di preghiere” sia ufficialmente finita, noi continueremo a domandare al Signore di volere aiutarci per continuare l’opera che è stata cominciata a Castelluccio”[4].

Delle tante persone accorse ad ascoltare il messaggio dell’Evangelo, alla fine solo un paio si convertiranno realmente all’Evangelo e quando non molto tempo dopo la pubblicazione di questo articolo, l’interesse generale per le cose spirituali cessò, terminarono anche le riunioni di culto in paese e i pochi convertiti del luogo presero a frequentare le riunioni di culto a Faeto. Dalla conoscenza di questo episodio, nulla vieta di supporre che qualcosa di simile possa essere accaduta una decina di anni più tardi, quando a Castelluccio Valmaggiore fu nuovamente evangelizzata dai pentecostali.

Dario De Pasquale, 10 Ottobre 2022.


[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Castelluccio_Valmaggiore  Visitato il 7/10/2022.

[2] Gianluca Lo Giudice, in “La presenza evangelica pentecostale a Postangeloni”.

[3] Per ulteriori informazioni rimandiamo a “La presenza evangelica pentecostale a Faeto”.

[4] Il Grido di Guerra, anno 1956, n°58, pag. 3.