Bovino è un comune di 3.058 abitanti della provincia di Foggia. Il territorio comunale, situato tra i monti della Daunia e la valle del Cervaro è in gran parte collinare e presenta circa 3000 ha di bosco e numerose sorgenti d’acqua. Il nome “Bovino” deriva dal latino Vibinum, un centro oscosannitico già sotto il dominio di Roma quando vi si accampò Annibale, nel 217 a.C., prima della battaglia di Canne. Centro fortificato nell’alto Medioevo, nel 969 fu assediato dal longobardo Pandolfo Testadiferro che lo strappò ai Bizantini portandolo alla sovranità del Ducato di Benevento. Sede vescovile dal 971, fa parte oggi dell’arcidiocesi di Foggia-Bovino. Il comune è associato al club “I borghi più belli d’Italia” promosso dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani. Dal dicembre 2013 si fregia della Bandiera arancione, riconoscimento di qualità elargito dal Touring Club Italiano. Tra i monumenti d’interesse principale spicca il Duomo, eretto nel X secolo in stile bizantino, profondamente rimaneggiato nell’XI secolo quando assunse sembianze romaniche. Vi sono poi la chiesa di San Marco (1197), la chiesa del Carmine, la neoclassica Santa Maria delle Grazie, la chiesa di San Pietro (1099); la chiesa del Rosario (costruita nel 1205, con portale del 1754) gotica ed elegante nella sua struttura a una sola navata; le quattrocentesche chiese dell’Annunziata e di San Francesco, la chiesa dei Cappuccini, (1618). Le cantine Cerrato sono un monumento archeologico sotterraneo e consistono in due ambienti appartenenti a una cisterna di epoca romana. Allo stesso periodo risalgono un tratto di opus reticulatum lungo le mura cittadine, i resti di un acquedotto romano alla località Nocelleto nonché una villa romana in località Casalene. Il Museo Civico “Gaetano Nicastro”, ospitato nell’ex convento di Sant’Antonio, conserva i reperti rinvenuti nel territorio. Sulla sommità di un colle si erge il castello (o Palazzo Ducale) con la sua torre risalente all’XI secolo. Opera del conte normanno Drogone, fu ampliato da Federico II di Svevia e nel Seicento trasformato in palazzo gentilizio dai duchi di Guevara che lo abitarono fino al 1961. Nel centro storico le residenze private sono quasi tutte dotate di splendidi portali, simbolo di potenza della nobiltà locale[1].

 Per circa cinquant’anni a Bovino è stata presente una chiesa cristiana evangelica pentecostale la cui origine risale all’immediato secondo dopoguerra. Un cenno a questa piccola realtà che non è stata mai particolarmente numerosa, lo troviamo negli scritti di Roberto Bracco[2] e nella rivista on-line della chiesa cristiana evangelica ADI di Foggia Piazza Scaramella, “Aurora Cristiana[3]”in un articolo che riprende più o meno lo stesso testo del Bracco. “Nel 1946 fu fondata la chiesa di Troia, che si avvalse, notevolmente per la propria edificazione, del ministerio del fratello S. Anastasio pastore della comunità di Napoli. Successivamente mediante l’attività dei fratelli Di Gennaro, Lizzi e diversi fedeli del foggiano, uniti anche a vari collaboratori di altre località, furono fondate le chiese di Pietramontecorvino, San Paolo Civitate, Casalvecchio, Casalnuovo, Torremaggiore, Bovino, San Marco La Catola…” In appendice al libro “Le radici del Movimento Pentecostale” dove vengono riportate tutte le località italiane raggiunte dal messaggio evangelico pentecostale e le comunità esistenti con la loro data di fondazione, la chiesa di Bovino viene menzionata come chiesa fondata nel 1950[4]. Consideriamo attendibile tale data in quanto dagli articoli pubblicati sulla rivista Risveglio Pentecostale, veniamo a conoscenza che nel mese di maggio di quell’anno, in un servizio di battesimi tenutosi a Troia, due neofiti erano di Bovino. “Dopo un anno preciso, il Signore ci ha concesso di vivere un altro giorno pieno di gioia nella chiesa. Da molto tempo il nemico si era scagliato contro di noi per impedire l’opera del Signore. Ma malgrado le sue astuzie il   7 maggio abbiamo potuto svolgere un servizio di battesimi nelle colline di Troia… Il luogo dove ci siamo raccolti era ombreggiato da giganteschi ulivi. Questo ci rammentò la preghiera di Gesù nell’orto degli ulivi e la commozione fu talmente intensa che cademmo tutti sulle ginocchia e la potenza di Dio scese su noi ed anche su anime nuove e prima che si aprisse il servizio il Signore battezzò quattro giovani e giovanette con lo Spirito Santo. Nel servizio 22 fedeli hanno ubbidito al battesimo dell’acqua: 12 di Anzano di Puglia, 3 di Pietramontecorvino, 1 di Faeto, 2 di Bovino, e 5 di Troia. Finito il servizio di battesimi c’è stata una sosta di tre ore dopo la quale è stato celebrato il culto con la Santa Cena. Tutto si è svolto con ordine e i fedeli tornando ai loro paesi su appositi autocarri, hanno attraversato le strade cantando inni di lode al Signore. Al Signore la gloria (G. Lizzi)”[5]. E sempre dalla rivista Risveglio Pentecostale apprendiamo che il 21 ottobre del 1951, in occasione di un servizio di battesimi svoltosi a Lucera, fra i tanti neofiti vi è ancora un fedele proveniente da Bovino[6]. Il primo credente e fondatore del gruppo si chiamava Cornacchia Michele, il quale in mezzo a non poche difficoltà curò la chiesa per più di un decennio prima di trasferirsi altrove per motivi di lavoro. “In questa piccola borgata Iddio fa risplendere la su luce attraverso i suoi figliuoli che lo lodano del continuo rendendo testimonianza delle sue opere grandi. Nell’ultima domenica di dicembre si è tenuto un servizio di Santa Cena e i credenti tutti pervasi dalle celestiali benedizioni hanno pianto di commozione alla presenza del Signore. Alcuni simpatizzanti erano pure presenti al servizio e sono rimasti edificati nell’animo. Fratelli preghiamo per lo sviluppo e la prosperità di questa comunità. Cornacchia Michele”[7]. Ulteriori informazioni le ricaviamo dai ricordi del pastore Nicola Nuzzo[8], che fu l’ultimo responsabile ad occuparsi di questa chiesa prima della chiusura definitiva. “L’evangelo a Bovino (FG) venne portato per la prima volta dopo la guerra per la testimonianza del fratello Cornacchia, il quale si era convertito in Inghilterra dove era stato prigioniero. A seguito della sua testimonianza circa una ventina di anime si convertirono al Signore e si formò una piccola chiesa. Nella sua semplicità e nel suo entusiasmo nell’annunciare il messaggio della Buona Novella ricevuto, quando ritornò a Bovino dopo la prigionia, Michele andò addirittura dal vescovo della città per chiedergli un locale dove potere tenere dei culti evangelici. La moglie di questo fratello lavorava come cuoca presso il duca della città, il quale alcuni anni più tardi andò in fallimento. Perso il lavoro, i coniugi Cornacchia furono costretti ad emigrare e si trasferirono a Prato [dove dettero un notevole contributo allo sviluppo dell’opera evangelica in quella città, ospitando le prime riunioni di culto della nascente chiesa di Prato nella loro umile dimora, n.d.r.[9]] Alla cura della chiesa gli successe Celestino Ricci. Questo fratello nella fede lavorava come capo-cantoniere e quindi non aveva la necessità di dovere emigrare per potere vivere. Ho collaborato spesso con lui e spesso mi sono recato a Bovino per predicare o presiedere ai culti. Fino a pochi anni fa c’era ancora un locale aperto al pubblico ma poi si è deciso di chiuderlo. Con la morte dei più anziani e l’emigrazione dei giovani, la comunità di Bovino si era ridotta a pochissime anime e non era più conveniente sostenere delle spese per tenere aperto un locale” [10]. Per un periodo si occupò della comunità di Bovino il pastore Euplio Auciello[11]. Nei suoi ricordi biografici egli annotò: “Mi è stata affidata da alcuni anni dal Consiglio Generale delle Chiese, la piccola comunità di Bovino che visito due volte al mese[12]. Verso la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, il pastore Euplio Auciello oltre alla cura della chiesa di Anzano di Puglia, si occupava di una diaspora vastissima che comprendeva i gruppi di Panni, Bovino, Monteleone di Puglia, Sant’Agata di Puglia, Ascoli Satriano. Essendo già molto impegnato, la conduzione dei fedeli di Bovino fu successivamente affidata a Nicola Nuzzo, pastore della chiesa di Troia, il quale se ne prese cura fino all’anno 2000. “Avevamo un locale che usavamo per il culto che era stato donato ai fedeli da un credente originario di Bovino residente negli U.S.A. Il locale si trovava nel centro storico, dopo l’arco, in prossimità dell’attuale Centro Tim. Quando venni a vivere in questo paese, la chiesa era composta esclusivamente da membri anziani ed un po’ alla volta vennero tutti chiamati dal Signore. In quel periodo si alternavano per il culto domenicale il pastore Nicola Nuzzo da Troia ed il fratello nella fede Marco Rosati da Foggia. Intorno al 2000, io mi ero sposato da poco, se non ricordo male eravamo rimasti io, mia moglie ed una coppia di anziani. A quel punto, il fratello Nuzzo ritenne opportuno non essere più utile affrontare delle spese per tenere aperto un locale di culto per solo quattro persone e così decise di chiudere definitivamente la chiesa suggerendoci di partecipare ai culti a Troia, che è la chiesa evangelica più vicina a noi”[13].

Curiosità. Nel 1561[14], dopo la strage dei valdesi di Calabria, venendo a conoscenza che anche nel territorio dauno-irpino vi era una considerevole comunità di questi religiosi, l’Inquisizione Romana si precipitò per compiervi le stesse azioni ma una volta giunti sul posto, dovette scontrarsi con il vescovo di Bovino, Ferdinando D’Anna, il quale si oppose in tutti i modi affinchè non venisse fatta nessuna violenza ai valdesi. Nell’opporsi ai fanatici inquisitori, il vescovo mise a rischio la sua stessa vita poiché se fosse stato a sua volta dichiarato eretico, (come qualcuno ipotizzò di fare) sarebbe stato anche lui condannato a morte. Pur non riuscendo del tutto ad evitare condanne ed arbitri, al D’Anna va il merito (grazie anche al supporto del duca di Ariano Irpino), di essere riuscito ad evitare una strage di innocenti simile a quella avvenuta nelle terre di Calabria[15].


[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Bovino_(Italia)   Visitato il 30/08/2022. https://borghipiubelliditalia.it/borgo/bovino/#1480496820077-2b27c1ff-e93b  Visitato il 30/08/2022.

[2] Roberto Bracco, “Risveglio Pentecostale in Italia, Roma 1956.

[3] Felice Mobilia e Marco Petroni con la collaborazione di Giuseppe Rosania, “Le origini del Movimento Pentecostale a Foggia e provincia”, in Aurora Cristiana, 1989-90, giornalino on-line della Chiesa Cristiana Evangelica ADI di Foggia Piazza Scaramella. Il testo attualmente è riportato integralmente con il titolo: “Le origini del Risveglio Pentecostale. Chiesa di Foggia” nel sito della chiesa di Foggia via Tito Serra, con il quale da alcuni anni la chiesa di Piazza Scaramella si è unita.  https://tuttolevangelo.com/category/la-nostra-storia/page/2/  Visitato il 30/08/2022.

[4] David A. Womak – Francesco Toppi, “Le radici del movimento pentecostale”, ADI – Media, Roma 1989, appendice pag. IV.

[5] Risveglio Pentecostale n° 7, anno 1950, pag. 2.

[6] Risveglio Pentecostale n° 11, anno 1951, pag. 16.

[7] Risveglio Pentecostale n°1, anno 1958, pag. 14.

[8] Nicola Nuzzo (1930 – 2017) è stato un ministro di culto evangelico pentecostale. Ha esercitato il suo ministerio a Scampitella (AV) e successivamente a Troia (FG) impegnandosi notevolmente nella divulgazione dell’evangelo in tutta la Capitanata. Si veda: https://tuttolevangelo.com/category/pionieri/  visitato 29/08/2022.

[9] Informazione ricavata dalla testimonianza di Michelina Morsillo, Prato, 28/03/2007.

[10] Testimonianza di Nicola Nuzzo, Troia (FG), 26/07/2009.

[11] Euplio Auciello (1916-2004), Risveglio Pentecostale n° 7-8, anno 2006, pag. 14.

[12] Euplio Auciello, “Ricordi biografici”, manoscritto stampato ma non pubblicato.

[13] Intervista telefonica realizzata il 16/04/2020.

[14] La strage dei calabro-valdesi si verificò fra la fine del mese di maggio e i primi di giugno del 1561.

[15] Sulle vicende dei valdesi dauno-irpini rimandiamo al testo di: A. Tortora, M. Castaldo, D. De Pasquale, “Il giusto vivrà per fede. Presenze Evangeliche in Irpinia e Capitanata dal Medioevo all’Età Contemporanea”. Delta3 Edizioni, Grottaminarda (AV), 2017.

Dario De Pasquale