Bìccari (Vìcchere in pugliese), 450 metri di altitudine, è un comune di 2.642 abitanti della provincia di Foggia situato nel Subappennino dauno il cui territorio comunale si estende dal monte Cornacchia fino alla piana del Tavoliere. Nel settore montano si trovano le sorgenti del torrente Vulgano e il lago Pescara. Le origini del nucleo abitato risalgono tra il 1024 ed il 1054 ad opera dei bizantini del catapano Basilio Bojannes (Bogiano) e del vicario di Troia, Bisanzio de Alferana. Testimonianza dell’epoca è la torre cilindrica, parte di una serie di avamposti militari realizzati per difendere la via Traiana, importante arteria di collegamento tra l’Irpinia e il Tavoliere. Ai bizantini subentrarono i normanni che l’ampliarono, la fecero diventare una “città fortificata” ed una baronia della contea di Civitate. Dopo essere stata posseduta da vari feudatari, nel 1792 passò alla regia corte di Napoli. Nel corso del Settecento Biccari non fece parte della Capitanata ma del Principato Ultra. Nel 1860 in paese si ebbe una rivolta antiunitaria che venne sedata nel sangue. Oltre alla Torre bizantina, altri interessanti monumenti di visitare sono la Torre di Terviteri, la Chiesa di Maria Santissima Assunta, il Convento di Sant’Antonio, la Croce viaria di Porta Pozzi, la Chiesa dell’Annunziata e di San Quirico, Palazzo Gallo, Palazzo Goffredo e Palazzo Pignatelli[1].

Nel secondo dopoguerra la testimonianza evangelica pentecostale giunse per la prima volta nel paese di Biccari per mezzo dei coniugi Goffredo (Raffaele e Giuseppina), i quali convertitisi in U.S.A. (Los Angeles, California) dove erano emigrati per lavoro, prima con lettere e poi tramite visite fatte di persona, evangelizzarono parenti ed amici. Rientrati in Italia nel mese di maggio 1952, “instancabilmente si prodigarono nel parlare alla gente della grazia di Cristo”[2] ma il 5 novembre di quello stesso anno, con sorpresa di tutti, poiché niente vi era stato che avesse potuto minimamente farlo presagire, Giuseppina Salvati lasciava per sempre questa terra. Coricatasi in buona salute dopo una cena con i parenti e una lunga (ormai abituale) discussione intorno ad argomenti religiosi, il giorno successivo “non era più tra i viventi”. Scossi da questa morte improvvisa, la partecipazione ai funerali, compiuti con rito evangelico, fu enorme da parte dei suoi concittadini, i quali un po’ per vincoli di parentela e conoscenza ed un po’ per curiosità, affluirono in massa.“Il servizio funebre svoltosi il giorno 6 novembre fu presieduto dal fratello A. Di Biase con la collaborazione dei fratelli ministri venuti da diverse città: Aurelio Pagano, Attilio Di Gennaro, Francesco Toppi, Enrico Fragnito, Giuseppe Capuano, Giuseppe Calabrese e un gran numero di altri fedeli. Il servizio suscitò grande interesse nella popolazione di Biccari, infatti una marea di popolo seguì il corteo fino al cimitero ed attentamente ascoltò la santa Parola di Dio…”[3] Tutto ciò permise ad un elevato numero di biccaresi di venire alla conoscenza del Vangelo. Negli anni successivi venne affidato a Nicola Nuzzo[4], un giovane predicatore della chiesa di Troia (FG) originario di Scampitella (AV), il compito di continuare la divulgazione del Vangelo in questo paese. Con assiduità egli iniziò un proficuo lavoro evangelistico che al principio del 1961 gli permetteva di pubblicare sulla rivista Risveglio Pentecostale le seguenti notizie: “Nuova comunità a Biccari (Foggia). È sorta, in questa località, una comunità composta di alcuni credenti ed un buon numero di simpatizzanti. Sebbene agli inizi, pure la testimonianza della Parola è penetrata profondamente nei cuori e vi sono delle anime che con decisione ferma hanno cominciato a seguire Cristo, secondo gi insegnamenti del Vangelo. Lo dimostra la testimonianza di una cara sorella che è stata una delle prime ad accettare il Salvatore. Caduta ammalata, negli ultimi momenti della sua vita sulla terra, i familiari inconvertiti hanno chiamato il sacerdote affinchè la confessasse; ma la cara sorella si è rifiutata di farlo asserendo di essersi già confessata a Cristo, il vero confessore delle anime. Prima di addormentarsi nel Signore ha incoraggiato i suoi congiunti a camminare con Gesù sulla via della santificazione. Di fronte a tanta fede i familiari non hanno potuto fare a mano di dare a noi l’incarico di svolgere il funerale secondo il rito evangelico. È stata questa una occasione di grande testimonianza in tutto il paese e d’incoraggiamento per i fedeli. Chiediamo le preghiere della fratellanza per il progresso dell’Opera in questa comunità nascente”[5]. Nel corso dell’anno 1961, in obbedienza alla Sacre Scritture e agli insegnamenti di Gesù, ben cinque credenti di Biccari presero la decisione di compiere il battesimo. La funzione avvenne nel mese di settembre nella chiesa di Troia poiché il locale adibito per il culto a Biccari non possedeva una vasca battesimale. “Desidero comunicare ai fratelli lettori del nostro giornale “Risveglio Pentecostale” che Iddio sta operando meravigliosamente nel paese di Biccari dove, da circa un anno, abbiamo incominciato a predicare Cristo. Cinque neofiti hanno già ubbidito al Battesimo il giorno 10 settembre nella chiesa di Troia. Altri vengono assiduamente ai culti e noi preghiamo che il Signore rafforzi i loro cuori nella fede di Gesù Cristo, il Salvatore del mondo…[6]”. Nonostante queste buone premesse, la piccola chiesa di Biccari si estinse pochi anni dopo, quando con il trasferimento di Nicola a Scampitella e l’emigrazione per motivi di lavoro della maggior parte dei convertiti, non ci fu più un nucleo di fedeli stabile ed i tanti simpatizzanti che ancora non avevano fatto una profonda esperienza di conversione, finirono col disperdersi e ritornare nel cattolicesimo. Durante gli anni del ministerio di Nicola Nuzzo in questo paese, solo per poco non si ebbe una sommossa popolare con drammatiche conseguenze. Come spesso avveniva nei paesi dell’Italia meridionale, la predicazione evangelica veniva duramente ostacolata dai preti che vedevano in essa una pericolosa alternativa al loro potere ed influenza sul popolo. Quando il prete di Biccari si accorse che l’Evangelo stava prendendo piede fra i suoi parrocchiani, pensò di avvalersi di metodi poco ortodossi per arrestare il lavoro di eventuali “pericolosi concorrenti”. Nicola Nuzzo, in una intervista realizzata pochi anni prima della sua dipartita, racconta questo inedito episodio. << Nel corso del mio ministerio, non ho mai ricevuto persecuzioni o difficoltà, tranne che a Biccari dove una volta si sfiorò una rivolta popolare. Poiché si era andato costituendo un piccolo gruppo di credenti e vi erano molti simpatizzanti desiderosi di conoscere il Vangelo, affittai un locale sotto la Torre bizantina, dove c’era una grande sala. Ad ogni riunione di culto questa sala si riempiva sempre di tante persone. Una sera si presentò il prete del paese che era originario di Troia. Non avevamo ancora finito il culto, quando egli entrò nella sala e mi chiese di potere parlare con me. Era venuto per sfidarmi ad un contraddittorio. Parlai con lui e con un gruppo di giovani che lo avevano accompagnato e rimanemmo d’accordo che avremmo discusso dell’idolatria. L’incontro si sarebbe tenuto nel nostro locale. Quando finimmo di parlare, prima di andarsene egli fece un segno ai giovani che l’avevano accompagnato i quali risposero con una sorta di battimano, così come usavano fare nel passato gli squadristi fascisti. Io me la risentii per quel comportamento ma non dissi nulla. Se fossi stato io a fare una cosa simile in una chiesa cattolica, sarei stato arrestato immediatamente e messo in galera. Il giorno dopo parlando di questo fatto con il pastore Giovanni Ferri[7], lui mi sconsigliò vivamente di incontrarmi con il prete nel locale di culto. “Nicola, non ti consiglio di fare questo contraddittorio. Questo qui non è venuto con buone intenzioni. Ha in mente di fare qualcosa di brutto. Può anche chiedere ad un delinquente di dare una coltellata a qualcuno durante la riunione e noi possiamo finire in galera”. Il pastore Ferri illuminò la mia mente ma non sapevo come fare per disimpegnarmi, non volendo fare la figura di quello che si tirava indietro. Così, alla riunione seguente mi portai per compagnia un fratello nella fede della chiesa di Troia. Lo misi di guardia all’ingresso del locale e gli dissi: “Quando viene Don Tonino, fermalo alla porta, non lo fare entrare nel locale perché dobbiamo fare domanda alla questura, ai carabinieri e al sindaco. Il contraddittorio lo dobbiamo fare in piazza con la protezione della legge. Io, nel nostro locale, non mi posso assumere la responsabilità di fare un incontro con lui. Feci il culto e predicai sull’idolatria, argomento dell’incontro e mentre stavo per terminare, si doveva fare l’ultima preghiera, sentii uno sciame di persone vociferare. Il largo della Torre si riempì improvvisamente di gente che volendo assistere al contraddittorio si avvicinavano verso il nostro locale di culto. Più si avvicinavano e più le loro voci si facevano sempre più forti fino a quando non sentii più di una persona dire: “Ma che cristiano siete”. Io pensavo che fossero parole rivolte contro di noi. Il locale come sempre era pieno pieno di persone e poiché tanti erano rimasti fuori perché non vi era più posto, io dal pulpito non riuscivo a vedere bene quello che accadeva di fuori. Il prete avendo finito la sua la messa si era avviato per venire da noi ma non trovando spazio per avvicinarsi al nostro locale “con la sua scorta”, iniziò a pestare i piedi della gente e a farsi spazio a modo suo. Un fratello mi diceva: “È Principe”. Questo era il cognome del prete ma io non lo sapevo e quindi non capivo. Domandai chi fosse almeno tre o quattro volte. Principe era il cognome del prete ma a me si era presentato con il suo soprannome: Taccariello. Continuavo a non capire cosa stesse succedendo e a domandare chi fosse ed allora mi fu risposto: “E’ quello dell’altra sera”. Allora capii. Nel frattempo, il prete era arrivato ed io prontamente ordinai a quelli che stavano davanti al portone: “Ditegli che non è degno di entrare nel nostro locale perché l’altra sera si è comportato in modo poco educato”. Così i biccaresi si ribellarono contro di lui, lo presero e lo buttarono letteralmente “sopra la sua gente” e non gli permisero di entrare nella nostra chiesa. Per le successive riunioni fui scortato dalla polizia. A Biccari all’epoca vi erano tante persone realmente interessate alle cose del Signore ma oggi purtroppo in questo paese non vi è più una testimonianza evangelica[8].


[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Biccari   Visitato il 29/08/2022.

[2] Antonio Di Biase, Risveglio Pentecostale n°11, anno 1952, pag. 11.

[3] Ibidem.

[4] Nicola Nuzzo (1930-2017) è stato un ministro di culto evangelico pentecostale. Ha esercitato il suo ministerio a Scampitella (AV) e successivamente a Troia (FG) impegnandosi notevolmente nella divulgazione dell’evangelo in tutta la Capitanata. Si veda: https://tuttolevangelo.com/category/pionieri/  visitato 29/08/2022.

[5] Nuzzo Nicola, Risveglio Pentecostale n°1, anno 1961, pag. 19.

[6] Nuzzo Nicola, Risveglio Pentecostale n°11, anno 1961, pag. 19.

[7] Giovanni Ferri (1917-1991) è stato un ministro di culto evangelico pentecostale. Personaggio di spicco del Movimento Pentecostale italiano negli anni del secondo dopoguerra, dal 1956 al 1979 è stato il pastore della chiesa di Foggia. Francesco Toppi, “Giovanni Ferri” in Cristiani Oggi n° 23, 1-15 dicembre 1991, pag. 7; Carmine Napolitano, “Giovanni Ferri. I pionieri pentecostali”, E.P.A. Media, Aversa (CE) 2005.

[8] Intervista a Nuzzo Nicola realizzata a Troia (FG) il 21/05/2013.

Dario De Pasquale