Pietramontecorvino sorge nel subappennino Dauno a 456m s.l.m. su di un colle nell’entroterra foggiano. Paese di quasi 2800 abitanti, è un piccolo borgo sorto a cavallo del millennio. Il suo territorio è caratterizzato da grotte dove la popolazione trovò rifugio durante le frequenti incursioni in quel turbolento periodo storico. Il paese, infatti, si chiamò solo Montecorvino fino al termine del feudalesimo. Fu soggetto a frequenti passaggi di proprietà da una signoria all’altra e fu anche distrutto da un violento terremoto proprio negli ultimi anni dell’epoca medievale. Terravecchia, il centro storico di Pietramontecorvino, prese questo nome nell’ottocento, ha mantenuto l’originario tessuto urbanistico medievale, con le abitazioni in tufo, che sono in parte ricavate scavando direttamente la roccia tufacea. L’abitato di forma circolare, era un tempo cinto da opere di fortificazione lungo le quali, si aprivano tre porte. È uno dei più bei borghi medievali della Daunia.
Come nasce la testimonianza Pentecostale a Pietramontecorvino.
La presenza evangelica giunse in questo luogo nel lontano 1927 per opera di evangelici di San Bartolomeo in Galdo (Bn), i quali rientrati da poco dall’America, dove si erano convertiti, si recarono a Pietramontecorvino in cerca di lavoro. In quel tempo, vi era l’usanza che i braccianti agricoli si riunissero nella piazza del mercato del paese, con i loro arnesi da lavoro per essere poi presi a lavorare da qualcuno.
Poiché era la stagione della mietitura del grano, l’agricoltore Domenico Iacovelli, una sera si recò in piazza per scegliere degli operai da far lavorare nei suoi campi. Pattuito il prezzo a giornata, la mattina seguente si recò a prenderli per accompagnarli sul posto di lavoro. In quel tempo il grano era mietuto con la falce, raccolto in covoni battuto e ventilato.
Ai mietitori, oltre la paga convenuta, si dava loro da mangiare tre volte al giorno: colazione pranzo e cena. Gli operai mangiavano stando tutti insieme allo stesso tavolo con il datore di lavoro.
Durante la consumazione dei pasti, i due di San Bartolomeo (1), si distinsero per il loro comportamento: parlavano di Gesù e dell’Evangelo che è la potenza di Dio per salvare dai propri peccati tutti quelli che credono. Questi due fratelli, emigrati in America in cerca di lavoro, qui, trovarono Gesù “Pane della vita”. In quel tempo molti italiani, furono raggiunti dal Vangelo.
Nelle chiese Evangeliche in America ci fu un gran Risveglio, i credenti erano battezzati di Spirito Santo durante la preghiera e l’adorazione al Signore. Molti fratelli italiani potenziati dallo Spirito Santo con fede e con amore ritornarono in Italia per annunciare l’Evangelo della vita sia ai famigliari e sia ai compaesani.
I due fratelli furono strumenti di benedizione per la propagazione dell’Evangelo. Tutta l’Italia fu infiammata dalla presenza dello Spirito Santo, per i tantissimi fratelli ritornati dagli Stati uniti. Era nei piani e nella volontà di Dio che il fuoco della Pentecoste arrivasse in Italia.
L’agricoltore Domenico Iacovelli, fu profondamente colpito dalla semplicità e dalla vitalità con cui quei due uomini molto semplici e illetterati (di cui purtroppo non conosciamo i nomi) parlavano delle cose spirituali.
La Parola di Dio fece breccia nel suo cuore e alla fine anch’egli accettò Cristo Gesù come suo personale Salvatore. L’amore di Gesù Cristo riempì il suo cuore arido, con la gioia della salvezza. Preso da gran fervore parlò alla moglie e ai figli che in breve si convertirono anch’essi insieme con altri mietitori che lavoravano presso di lui.
– L’ubbidienza al comando di Gesù: “Andate e predicate l’Evangelo ad ogni creatura” Mc. 16:15 è di vitale importanza. La fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo. Rm. 10:17 che ti fa credere, salva e cambia la vita.
Nella casa del f.llo Iacovelli, la prosperità e la benedizione di Dio erano visibili; le provviste del cibo e le bevande per i mietitori, non diminuivano, pur cucinando abbondantemente, mangiando a sazietà e bevendo ampiamente per molti giorni. Fu costatato dalla sorella Clementina moglie del f.llo Iacovelli e confermato dai suoi famigliari addetti alla cucina e alla spesa dei viveri.
L’opera di Dio era nata!
In breve tempo si formò un gruppo di circa venticinque persone che iniziarono a incontrarsi in casa di Iacovelli per ascoltare la predicazione dell’Evangelo.
Le loro anime, erano nutrite e benedette dalla semplice Parola tenuta dai due umili servitori. I credenti aumentavano, fu necessario affittare un locale per il culto al Signore sito in Via Roma nel borgo antico.
Queste riunioni continuarono a tenersi anche dopo la partenza dei due evangelici di San Bartolomeo in Galdo. Dio era in mezzo ai credenti con potenza.
Il f.llo Domenico fu battezzato di Spirito Santo, avendo anche visioni e rivelazioni. Al primo battesimo si aggiunsero altri, e ancora altri, la chiesa cresceva. Gloria a Dio! Quanta volontà nel servire il Signore, quanto zelo nel cercare la sua faccia! Era una comunità molto amata, visitata e incoraggiata da diversi pastori e alcuni confratelli che si alternavano. I f.lli Giovanni Lizzi, Attilio Di Gennaro, Giuseppe Iannelli, provenienti dall’America, combattivi e pieni di fede insieme ai f.lli R. Bonfitto, Antonio Capuano, Nicola Nuzzo, Vincenzo Mobilia (che fu il primo a sperimentare il battesimo dello Spirito Santo), Giuseppe Rosania e altri fratelli del foggiano.
Questi cari fratelli per essere presenti ai culti, il disagio e la fatica erano notevoli, con biciclette sgangherate, sferzati dal vento, dal freddo, dalla pioggia, sotto il sole cocente, si facevano moltissimi chilometri. Quanti disagi, ma quanta gioia! Quante benedizioni! colmavano l’anima di questi fratelli. L’unico scopo era di essere riuniti insieme per lodare il Signore e offrire il loro culto spirituale al glorioso nome di Dio.
“Mentre tutto procedeva in semplicità, in libertà, una grande tempesta spirituale si addensò sulla chiesa minacciando i figliuoli di Dio”.
Durante il regime fascista, le autorità perseguivano la libertà di culto religioso diverso da quello riconosciuto dallo stato.
I fedeli per sfuggire alle autorità si radunavano in case private, ma era rischioso, per i credenti.
Nel mese di aprile del 1951, il fratello della chiesa pentecostale di Foggia, Giuseppe Rosania, insieme al confratello Mario Palatella, furono arrestati dai carabinieri durante lo svolgimento di una riunione di culto in casa della sorella Pilla di Pietramontecorvino. Essi furono processati a Castelnuovo della Daunia e condannati dal giudice a venti giorni di reclusione con una rilevante multa pecuniaria. Per buona condotta fu poi loro condonata la carcerazione.
Per sicurezza, continuarono a riunirsi in campagna, in posti diversi, lontano dal centro abitato, fino a notte fonda a lodare Dio. La fede li rendeva coraggiosi, non avevano paura, delle minacce fisiche e psichiche. In loro c’era un solo desiderio, servire Dio con fermezza e decisione.
Il f.llo Domenico Iacovelli, era un dipendente comunale: guardia municipale, gli fu imposto di non parlare pubblicamente del Signore.
Alcune autorità del paese, il clero e due falsi testimoni, d’accordo con il medico curante del fratello, fecero un complotto; con domande insidiose, volevano dimostrare che il fratello era uno “psicopatico” ma egli saggiamente li rispondeva con le Scritture alla mano. La parola di Dio lo rese libero.
Un figliuolo di Dio anche se è accusato ingiustamente, percosso e umiliato, confida nel suo Liberatore. Il prete del paese con arroganza continuava a fare guerra contro il fratello, escogitando cose inesistenti per scoraggiarlo; il suo intento era distruggere l’opera di Dio. Usava la sua influenza facendo pressione sulle autorità. Cercò più volte di farlo licenziare dal servizio, ma sempre riassunto con l’aiuto di Dio.
Il 23 Luglio del 1933, nel ruscello della contrada agro di Fanza a Pietramontecorvino, il f.llo Domenico si battezzò, testimoniando della sua fede in Cristo e della sua nuova nascita spirituale.
I fratelli perseguitati hanno abbondanti benedizioni, perché hanno saputo credere che tutte le cose cooperano al bene di coloro che amano il Signore. La persecuzione serve soltanto a forgiare i credenti in una fede ardente e incrollabile e dare loro opportunità di portare e proclamare il messaggio della verità di Dio.
La persecuzione a Pietramontecorvino, non portò soltanto la sofferenza e la lotta, ma anche la benedizione e la potenza di Dio.
Il f.llo Michele Carusillo, già membro della comunità, il 17 Maggio 1949 si battezzò e fu eletto pastore, (dichiara nel suo libro di chiesa), ho dovuto affrontare sei giudizi: tre a Castelnuovo della Daunia, uno a Volturino Appula, e due a Lucera, ma il Signore mi ha messo sempre in libertà, perché chi teme il Signore sarà liberato da tutte le catene del male. Il fratello non si lasciò scoraggiare dalla dura prova ma continuò ad annunciare l’Evangelo di vita, egli accettò la prova come adempimento al piano divino che voleva la salvezza delle anime del suo paese. Dichiara ancora nel suo libro che Il f.llo Domenico Iacovelli, fu il primo seminatore della Parola, grandemente perseguitato a causa dell’Evangelo. Dopo quaranta anni di fede, il 12 marzo 1972 all’età di 80 anni, il Signore lo chiamò alla Sua dimora eterna.
L’Evangelo che volevano soffocare, ha fatto udire la Sua voce poderosa! L’Eterno farà udire la Sua voce maestosa Isaia 30:30 sempre Egli ha fatto udire la Sua voce! Accompagnata dalla Sua presenza. GLORIA a DIO!
La comunità riprende quota. Una comunità fiorente e numerosa contava circa centoventi anime. Nonostante ci fu la persecuzione, il Signore continuò a manifestare la Sua benignità e la Sua benedizione.
Il f.llo Michele Carusillo, fu uomo di fede; operò con integrità di cuore durante il ministero ricevuto da Dio. Il 21 gennaio 1982 fu promosso per il cielo, dopo 32 anni al servizio del Signore.
Alla fine degli anni settanta, molti giovani e intere famiglie emigrarono in cerca di lavoro. I fedeli diminuirono enormemente ma grazie a Dio, la testimonianza dell’Evangelo a Pietramontecorvino continua a sussistere.
Altri fratelli con molta dedizione si sono alternati per l’espansione del Movimento Pentecostale nella provincia di Foggia. Il f.llo Giovanni Ferri, grandemente perseguitato a motivo dell’Evangelo, Antonio Milo con amore e dedizione fino al 2002
Grazie all’Eterno per tutti gli operai che hanno lavorato nella Sua vigna.
Per questa luce molte sono le comunità limitrofe nate per quella testimonianza che parla del piano di Dio.
Dal 2014 la comunità è curata dal pastore Franco Arnese, responsabile anche delle chiese A.D.I. di Foggia Via Tito Serra, di Lucera, Troia e altre comunità della provincia.
Il locale di culto è sito in Via Toro, 1 – Pietramontecorvino.
Questa testimonianza è stata raccolta verbalmente dalla sorella Iacovelli Amelia, figlia del fratello Iacovelli Domenico a Foggia e dalla sorella Giuseppina Mansueto nuora del fratello Michele Carusillo a Pietramontecorvino. “Siate dunque pazienti, fratelli, fino alla venuta del Signore. Osservate come l’agricoltore aspetta il frutto prezioso della terra pazientando, finché esso abbia ricevuto la pioggia della prima e dell’ultima stagione”. Giacomo 5:7.
Nota (1) Negli anni venti del secolo scorso, ritornò dall’America convertito all’Evangelo, Salvatore Truglio, il quale oltre a S. Bartolomeo in Galdo portò la testimonianza evangelica pentecostale a Pietramontecorvino e a Lucera.
da: L’Informatore Evangelico anno XVII n° 1 (2022)
Maria Torraco