Sant’Agata di Puglia (793m s.l.m.) è un comune di 1.798 abitanti situato sui monti della Daunia con ampia vista panoramica sul tavoliere delle Puglie, il golfo di Manfredonia, il monte Vulture in Basilicata, le alture di Lacedonia e Trevico in Irpinia. Per questo ampio panorama è noto con l’appellativo di loggia delle Puglie. Il paese è di origine medioevale ma il ritrovamento di epigrafi sepolcrali romane del II-III secolo d.C. in località Santa Maria d’Olivola, fanno ipotizzare l’esistenza di un vicus situato lungo la Via Herculia. L’impianto urbanistico conserva quasi intatta la sua struttura medievale con ripide scalinate, archi, torrette, campanili, case con caratteristici portali e la doppia cinta muraria. La più antica è quella che racchiude il Castello mentre la seconda racchiude la cittadella con l’Arco della Porta Nuova. La ricchezza della città nel corso dei secoli è testimoniata dai diversi palazzi gentilizi, dalle numerose chiese edificate e dalla presenza di tre manufatti conventuali: il convento delle Vergini (attualmente albergo e museo), il convento dell’Annunziata e il convento dei Francescani Riformati, di cui oggi son rimasti pochi ruderi. Il castello imperiale è il simbolo del paese. Fu per secoli una importante roccaforte di controllo militare. Di origine longobarda, appartenne ai normanni, agli svevi, agli angioini e agli aragonesi. Sotto Alfonso V d’Aragona il castello divenne proprietà della famiglia Orsini che poi la cedettero ai Loffredo. Nei primi anni del XIX secolo fu acquisito da Francesco del Buono ed è appartenuto a questa famiglia fino al 2000 quando grazie ad una nuova legge che permetteva il diritto di prelazione nei trasferimenti di beni culturali è stato rilevato dal comune che lo ha fatto diventare un bene pubblico. Nel 2002 il borgo ha ottenuto la bandiera arancione dal Touring Club Italiano, mentre dal 2016 è divenuta “città del buon vivere” grazie al riconoscimento ricevuto dall’associazione internazionale Slow Food.

Durante la Seconda guerra mondiale, un soldato originario di Sant’Agata di Puglia venne fatto prigioniero dagli alleati durante i combattimenti che si svolsero sul fronte nordafricano. Nel campo di prigionia egli entrò in contatto con gli addetti del servizio di assistenza ai prigionieri di guerra dell’Esercito della Salvezza, un movimento evangelico molto diffuso nei paesi anglosassoni. Convertitosi all’Evangelo, rientrato in patria al termine del conflitto, scoprì con stupore che ad Ariano Irpino sin dal lontano 1902 vi era una comunità evangelica di questa denominazione. Purtroppo, a causa della distanza (40 km) e dell’assenza di servizi pubblici adeguati che collegassero i due paesi, egli poté frequentare i culti domenicali solo poche volte all’anno in occasione di eventi particolari come ad esempio durante le fiere. Anche per i responsabili di chiesa era difficile andare a trovarlo con regolarità, poiché privi di automobile essi compivano le loro visite pastorali muovendosi a piedi e nonostante la volontà e i tanti buoni propositi dovettero arrendersi per causa di forza maggiore. Queste informazioni le ricaviamo da una relazione scritta dal responsabile del Corpo dell’Esercito della Salvezza di Ariano Irpino, il tenente Antonio Guarnoli.

“Giugno 1958. Il signor Rocco Fratello, via Risorgimento, Sant’Agata di Puglia è venuto in contatto con l’esercito della Salvezza durante la sua prigionia in guerra. Egli chiede una Bibbia. Possa essere questo l’inizio di un lavoro a Sant’Agata che possa portare frutti per l’avanzamento del Ragno di Dio”.

Pur prodigandosi nel condividere con altri il messaggio del Vangelo, la sua conversione fu mal vista dai compaesani e appena tollerata dai familiari. Costretto a vivere la fede isolatamente, la situazione cambiò quando conobbe il pastore Euplio Auciello con il quale divenne molto amico e che spesso ospitò in casa. Pur non citando mai il suo nome, egli viene menzionato nei ricordi biografici di Euplio che ne ricorda la generosità con il quale lo ospitò e le lunghe discussioni avute sulle differenze dottrinali esistenti fra i pentecostali e i salutisti[1]. Non sappiamo se Rocco rimase nella sua posizione o accettò le osservazioni del pastore Auciello, sta di fatto che quando alcuni suoi compaesani accettarono il messaggio del Vangelo e si costituì un piccolo gruppo di fedeli, egli non fu più l’unico evangelico del paese. Anche la predicazione evangelica pentecostale arrivò a Sant’Agata di Puglia nel secondo dopoguerra per via di una italo-americana convertitasi negli U.S.A. Durante il suo soggiorno in Italia, chiese ai fratelli nella fede dei paesi vicini di essere aiutata nell’evangelizzazione da qualche credente che abitasse nelle vicinanze. Le fu presentato Pasquale Pedano[2] di Accadia, il quale per questo compito chiese la collaborazione del pastore Nicola Nuzzo di Scampitella.

“Con Pasquale Pedano lavorammo insieme a Sant’Agata. Una sorella americana era ritornata in paese per proclamarvi l’Evangelo e chiese per aiuto un fratello che fosse della zona. Pedano anche se abitava più vicino di me a Sant’Agata, mi presentò questa sorella. Quando mi recavo a trovarla, lei mi faceva trovare sempre un gruppo di persone desiderose di ascoltare, così la domenica mattina facevo il culto a Scampitella e nel pomeriggio mi recavo a Sant’Agata. La stanza si riempiva sempre. Se non ricordo male, venivamo ospitati in casa di un fabbro che venendo da Candela, abitava all’ingresso del paese. Quando dovetti partire per il servizio militare, lasciai l’incarico di visitare i simpatizzanti di Sant’Agata di Puglia al pastore Euplio Auciello[3]”.

Euplio Auciello si adoperò molto per la diffusione del messaggio evangelico pentecostale in questo paese ed al principio degli anni Sessanta del secolo scorso[4], nonostante incontrasse forti opposizioni e minacce, non si arrese alle intimidazioni ed alla fine costituì un piccolo nucleo di fedeli evangelici. A causa del numero esiguo, essi non ebbero mai la possibilità di potere aprire un locale di culto pubblico ma dovettero limitarsi a riunioni in casa privata. Il primo documento che menziona questa località come raggiunta dal messaggio del Vangelo è un articolo di Risveglio Pentecostale del 1962. “Domenica 26 agosto, durante un servizio battesimale, 10 neofiti hanno suggellato il patto con il Signore di servirLo per vita e per morte. Essi appartengono alle comunità di Bovino, Anzano, Sant’Agata di Puglia ed a quella nascente di Monteleone di Puglia…[5]Da queste poche righe traiamo la conclusione che il gruppo di Sant’Agata di Puglia nel 1962 era già un gruppo stabile, poiché viene annoverato insieme a chiese costituite da tempo e non gli viene fatta la stessa precisazione che è fatta per Monteleone di Puglia, presentata come una comunità nascente. Nelle sue memorie il pastore Auciello riguardo all’impegno compiuto a Sant’Agata scrive:

<< Ho lavorato molto anche a Sant’Agata di Puglia, ma con mio grande dispiacere non è stato costruito ancora un locale per il culto. Attualmente ci sono diversi simpatizzanti e due anime battezzate. Sto pregando Iddio affinché chiami anche qui un popolo… Per potervi tenere un culto… anche qui come sempre il diavolo digrignò i denti. Fui chiamato dal sagrestano della chiesa cattolica del paese che mi disse: “Ehi tu, è inutile che vieni in questo comune, qui non farai niente, hai capito?” Risposi: “Ho capito sì, ciò che hai detto ma do poca importanza alle tue parole, so che se Dio vuole anche qui sarà predicata la Verità”. “Poco spirito, noi ti facciamo arrestare”. “Non ho paura della galera, anzi sono contento se mi arrestano così posso testimoniare ancora di più la gloria di Dio”. “Non ti fa paura l’arresto, allora mi farò trovare con una decina di amici nel bosco e quando passerai faremo i conti”. “Mi fa piacere anche questo, venite pure, sono armato di potenti armi che voi non avete”. Lui mi lasciò bruscamente. Quella sera come ero solito, dopo il culto mi trattenni fino a tarda ora. Era quasi la mezzanotte quando partii. Ero sicuro che il Signore era con me ma quando giunsi nel bosco cominciai ad avere paura, ripensavo alle parole del sagrestano ed alla sua ferma decisione. La paura aumentò quando giunsi ad una svolta dove un grosso macigno da una altura incombeva sulla strada. Bastava una semplice spinta e quello rotolando mi avrebbe schiacciato. A pochi metri da quel macigno fui costretto a fermarmi: un agnellino si era fermato davanti alla mia moto. Detti un colpo di clacson e gridai parole in gergo pastorale per fare allontanare l’agnellino ma fu inutile. Ad un tratto pensai come mai un agnellino così piccolo senza la madre e ad un’ora così insolita si trovasse in quel posto. Nonostante la mia incredulità, credetti che si trattasse di un fantasma anche perché quello continuava a non muoversi. Gridai nel nome di Gesù che sparisse ma niente; solo lo vidi togliersi davanti alla ruota e guardarmi con atteggiamento di chi prova compassione, il suo mi sembrò uno sguardo umano. Ed alzando la testa mi guardò in faccia come per dirmi: “Mi fai compassione”. Continuai a riflettere su cosa fosse in quanto mi convincevo sempre di più che non poteva essere un semplice agnello perché non si era spaventato e non vedevo ne sentivo alcun gregge nelle vicinanze; se poi fosse stato uno spirito cattivo sarebbe svanito nel nulla dopo che avevo invocato il nome di Gesù. Ad un tratto capii che era l’agnello di Dio e quello scomparve. Ogni paura era scomparsa, ero contento, il Signore mi dette un linguaggio strano che durò per tutta la traversata del bosco[6]>>.

Sant’Agata di Puglia viene menzionata per l’ultima volta in un articolo della Rivista Risveglio Pentecostale nel 1963: “Comunico con gioia che domenica 1° settembre abbiamo tenuto nel locale di culto di Anzano un servizio di battesimi: 4 anime hanno confessato il Signore quale loro personale Salvatore. Di queste quattro anime una è di Anzano, due di Bovino ed una di Sant’Agata…[7]Come avvenne in molti altri piccoli centri dell’Italia meridionale, le varie difficoltà poste dalla religione maggioritaria che ostacolarono la predicazione evangelica in tutti i modi possibili, l’emigrazione dei più giovani per motivi di lavoro e la dipartita degli anziani, furono le cause che, sia individualmente o insieme, determinarono l’estinzione della presenza evangelica. Non si conosce con precisione quando terminarono le riunioni di culto a Sant’Agata di Puglia ma si presume che avvenne durante i primi anni Ottanta.


[1] Gli aderenti dell’Esercito della Salvezza nel mondo sono conosciuti anche con il termine holyness, che tradotto letteralmente vuol dire “santissimi” ma in Italia per evitare equivoci si è preferito adottare il nome di salutisti.

[2] Pedano Pasquale (1920-1989) originario di Accadia è stato il fondatore della locale chiesa cristiana evangelica pentecostale che si affilierà in un secondo momento all’ala unitaria del movimento pentecostale.

[3] Ricordi di Nicola Nuzzo. Intervista realizzata il 21/05/2013 a Troia (FG).

[4] Sant’Agata di Puglia viene menzionata come località soltanto evangelizzata nell’anno 1964 nel libro di D. A. Womack-F. Toppi, “Le Radici del Movimento Pentecostale”, ADI-Media, Roma 1989, appendice pag. VII.

[5] Risveglio Pentecostale n° 9, anno 1962, pag. 19.

[6] Tratto da “Ricordi biografici di Euplio Auciello”, stampato ma non pubblicato.

[7] Risveglio Pentecostale n°11, 1963, pag. 16.