Numeri 25:1-18

Il Signore parlò a Mosè e disse: «Fineas, figlio di Eleazar, figlio del sacerdote Aaronne, ha allontanato la mia ira dai figli d’Israele, perché egli è stato animato del mio zelo in mezzo a loro; e io, nella mia indignazione, non ho sterminato i figli d’Israele. Perciò digli che io stabilisco con lui un patto di pace». Numeri 25:10-12

Dio, per mezzo di Mosè, suo servitore, ha liberato dall’Egitto il popolo d’Israele, e per disciplinare la loro vita morale e spirituale ha stabilito dieci comandamenti.

La Legge è stata data dal Signore con un obiettivo preciso: far conoscere la Sua natura, la Sua volontà, i Suoi pensieri e i Suoi piani. Dio scelse Israele perché era il popolo da lui amato, il popolo eletto, il popolo della promessa. Il piano di Dio era che Israele fosse un popolo puro, diverso, una luce nelle nazioni, un esempio della sua grazia e del suo amore, che testimoniasse agli altri l’Iddio vivente, unico e vero. Il Creatore e Signore di tutto l’universo è interessato al bene di tutti i popoli della terra affinché non camminino nell’oscurità ma nella giustizia. Dio scelse la nazione d’Israele per essere il popolo da cui sarebbe nato Gesù Cristo, il salvatore del mondo, il Messia.

Israele promise all’Eterno di ubbidire alle Sue leggi e di esserGli fedele. Israele aveva la promessa di Dio. Ubbidendo alla Sua legge, avrebbe sperimentato quello che significa essere fra tutti i popoli “il tesoro particolare di Dio” un regno di sacerdoti. Esodo 19:5-6

“Dio ordinò a Mosè: Parla a tutta la comunità dei figli d’Israele, e di’ loro: “Siate santi, perché io, il SIGNORE vostro Dio, sono santo. Non vi rivolgete agli idoli, e non vi fate degli dèi di metallo fuso. Io sono il SIGNORE vostro Dio”. Levitico 19:2,4

Dio Comanda al suo popolo di uniformare la loro vita all’ordine divino: “Mi sarete santi, poiché io, il SIGNORE, sono santo e vi ho separati dagli altri popoli perché foste miei.” Levitico 20:26. Israele s’impegnò con Dio “Noi faremo tutte le cose che il Signore ha dette e ubbidiremo”. Esodo 24:7

Dio ha sempre richiesto al suo popolo, sia sotto la legge, sia sotto la grazia, di vivere santamente. Ancora oggi, il messaggio è lo stesso di quello che fu detto ai giorni di Mosè: “siate santi in tutta la vostra condotta”. 1Pietro 1:15

I cristiani hanno il dovere di essere santi, non solo perché Dio li ha chiamati, ma perché lo vuole e lo comanda. Da figli ubbidienti dobbiamo impegnarci a vivere una vita che rechi onore e gloria a Dio secondo l’ordine divino. Umiliamo noi stessi, preghiamo con zelo, contrastiamo il peccato e i compromessi del mondo. L’Iddio che ci ha dato la Sua santità, ha il potere di mantenerci in essa.

Per mezzo della fede, noi possiamo vincere le battaglie e gli attacchi che il maligno semina sul nostro cammino. La fede e la fiducia in DIO ci rendono vincitori su ogni prova e difficoltà. La fede è disporre il proprio cuore ad obbedire a tutto ciò che c’è scritto nella Parola di Dio, senza metterla in dubbio né prenderla alla leggera, se i nostri cuori sono determinati ad ubbidire, Dio ci renderà chiara la Sua Parola, senza farci entrare in confusione, inoltre, se Lui ci comanda di fare qualcosa, ci darà anche la forza e la potenza per ubbidire. Combattiamo contro il peccato, con la certezza di non essere soli, appoggiandoci sulla grazia e sul Suo amore, operiamo sulla Parola.

Israele nel suo pellegrinare, si accampò a Sittim, nelle pianure di Moab, non lontano dalla terra promessa. Si lasciò sviare dalla strada che Dio aveva ordinato di seguire. A causa dei peccati che commise deliberatamente con i moabiti, subì la morte di ben 24.000 persone. Israele si era corrotto, prostrandosi davanti a divinità pagane, si diede alla fornicazione con le figlie di Moab. Esse invitarono il popolo ai sacrifizi offerti ai loro dèi, e il popolo mangiò e si prostrò dinanzi agli dèi di quelle. Israele si unì a Baal-Peor, e l’ira dell’Eterno si accese contro Israele”. Numeri 25:2-3

Il peccato d’Israele era quello di cadere ripetutamente; ciò rivela che l’idolatria era praticata in Egitto. A Moab, tutto prova quanto profondamente la contaminazione dell’idolatria egiziana e l’impurità avessero operato negativamente sul popolo.

La liberazione dalla schiavitù d’Egitto, li avrebbe dovuti rendere felici, disposti ad abbandonare il peccato, ma in realtà questo era una morsa su di loro. Non avevano né la forza né la volontà di combattere gli stimoli del male; a causa della superficialità con cui trattavano gli ordini di Dio. La natura umana, carnale, reagisce sempre con disubbidienza. Si erano venduti come schiavi al peccato. Quando lo stimolo del male riesce a prendere il primo posto nel cuore, questa condizione diventa ossessiva. Il loro cuore era idolatra!

Israele non soltanto provocava ad ira Dio, ma Lo costringeva a mettere in atto la Sua giustizia.

La legge gli era stata data da Dio con amore, dovevano solo decidersi ad osservarla, avere fede in Colui che li proteggeva e si prendeva cura di loro, che voleva condurli nella terra promessa; ma Israele scese a compromessi: si adeguò agli usi ed ai costumi di quei popoli corrotti e malvagi. Coloro che vivono dominati dal dubbio e dall’incredulità non possono piacere a Dio. L’incredulità non è una cosa da poco. La parola di Dio ne parla come di un grave peccato.

Un manto di morti incombeva sull’accampamento: morirono a causa del peccato. A portarli ad una simile fine fu la disobbedienza. Chissà quante volte Dio ha parlato loro: “RiconosciMi come tuo unico Signore e liberatore”, ma erano sordi, ciechi, insensibili. Guai a quelli che non amano ascoltare la voce di Dio, la loro fine sarà certa. “Sono le vostre iniquità quelle che hanno posto una barriera tra voi e il vostro Dio, sono i vostri peccati quelli che hanno fatto sì che Egli nascondesse la Sua faccia da voi, per non darvi  più ascolto”.Isaia 59:2 Il peccato rende l’uomo nemico di Dio, lo rende abominevole agli occhi del suo creatore, perché gli occhi di Dio sono troppo puri per guardare il peccato. L’uomo a causa del peccato è contro di Dio e contro se stesso. Chiunque agisce cosi si autocondanna.

C’era stato un tempo in cui Israele odiava Moab per la sua immoralità e la sua idolatria, adesso invece sono insieme ad offrire sacrifici ai loro dei, il popolo mangiò e si prostrò davanti alle loro divinità. Si erano mescolati con i moabiti. Baal, divinità di Moab, adorato con riti osceni, significa: padrone, signore, marito. Il popolo d’Israele aveva già un Signore che lo conduceva e lo aveva elevato ad alta dignità. Dio solo doveva regnare nella loro vita e nei loro cuori, come padrone, Signore e marito. Erano stati eletti, scelti  per condurre i popoli pagani a Dio e  alla salvezza. Israele, doveva riconoscere l’Eterno come unico signore, unico Dio, unico proprietario, si era allontanato dal Signore per servire Baal, una divinità Cananea, dio della fertilità che richiedeva un culto immorale. A queste cose si era dato il popolo del Signore.

Alla chiesa di Tiatiri dice: “Ma ho questo contro di te che tu tolleri Izebel, quella donna che si dice profetessa e insegna, e induce a commettere fornicazione e mangiare carne dedicata agli idoli”. Apocalisse 2:20

I moabiti temevano Israele, avevano visto e udito tutti i miracoli che Dio aveva compiuto per loro; avevano mandato a chiamare il profeta Balaam affinché li maledicesse, invece Balaam benedisse Israele. Ciò che i moabiti non riuscirono a fare con il loro esercito, con inganno, lo fecero con le donne malvagie moabite. Giovanni dice alla chiesa di Pergamo: “Ma ho qualcosa contro di te: hai alcuni che professano la dottrina di Balaam, il quale insegnava a Balac il modo di far cadere i figli d’Israele, inducendoli a mangiare carni sacrificate agli idoli e a fornicare”. Apocalisse 2:14

IL PECCATO GENERA LA MORTE

“Il SIGNORE disse a Mosè: «Prendi tutti i capi del popolo e falli impiccare davanti al SIGNORE, alla luce del sole, affinché l’ardente ira del SIGNORE sia allontanata da Israele». Mosè disse ai giudici d’Israele: «Ciascuno di voi uccida quelli dei suoi uomini che si sono uniti a Baal-Peor». Ecco che uno dei figli d’Israele venne e condusse ai suoi fratelli una donna madianita, sotto gli occhi di Mosè e di tutta la comunità dei figli d’Israele, mentre essi stavano piangendo all’ingresso della tenda di convegno. E Fineas, figlio di Eleazar, figlio del sacerdote Aaronne, lo vide, si alzò in mezzo alla comunità e afferrò una lancia; poi andò dietro a quell’Israelita nella sua tenda e li trafisse tutti e due, l’uomo d’Israele e la donna, nel basso ventre. E il flagello cessò tra i figli d’Israele. Di quel flagello morirono ventiquattromila persone.

 Il SIGNORE parlò a Mosè e disse: «Fineas, figlio di Eleazar, figlio del sacerdote Aaronne, ha allontanato la mia ira dai figli d’Israele, perché egli è stato animato del mio zelo in mezzo a loro; e io, nella mia indignazione, non ho sterminato i figli d’Israele. Perciò digli che io stabilisco con lui un patto di pace, che sarà per lui e per la sua discendenza dopo di lui: l’alleanza di un sacerdozio perenne, perché egli ha avuto zelo per il suo Dio, e ha fatto l’espiazione per i figli d’Israele»”. Numeri 25:4-13

Iddio giudica e condanna il peccato; lo condanna in tutti coloro che lo consumano perché il peccato provoca inesorabilmente il giudizio divino. L’uomo, il quale essendo spesso ripreso indurisce il suo collo, sarà fiaccato senza rimedio.

 “La concupiscenza avendo concepito partorisce il peccato; e il peccato essendo compiuto, genera la morte”. Giacomo 1:15.

“Non ti prostrerai ad altro dio, poiché l’Eterno, il cui nome è il Geloso, è un Dio geloso”. Esodo 34:14

Il popolo di Dio era sotto il dominio di satana. Un frenetico delirio lo travolgeva, beveva alla coppa del diavolo; sapeva che non era lecito tradire Dio. Adorando altre divinità e commettendo simili scelleratezze attirò l’ira dell’Eterno.

«non andate dietro ad altri dèi per servirli e per prostrarvi davanti a loro; non mi provocate con l’opera delle vostre mani, e io non vi farò nessun male». Geremia 25:6

Nessuno sembrava essere geloso della santità di Dio, pochi erano quelli che piansero per la causa del Signore, assistevano con dolore a cose terribili, alla vergogna di un popolo ribelle e confuso, ma grazie a quel residuo santo uscì un uomo di Dio rivestito del manto di gelosia, di nome Fineas che placò la gelosia del Signore, poiché non restò indifferente di fronte a tale ingiustizia.

DIO disse a Mosè di prendere provvedimenti contro i capi di Israele e contro gli israeliti peccatori. In quel  momento un israelita condusse nella sua tenda una donna madianita, proprio sotto gli occhi di Mosè e degli anziani che con lui facevano cordoglio. Visto ciò Fineas non riuscì a resistere, prese una lancia, seguì l’uomo nella sua tenda e trafisse l’israelita Zimri e Cozbi, la donna madianita, entrambi nel basso ventre, rimosse la gelosia di Dio evitando il Suo giudizio. Fineas ricoprì il compito di sacerdote e di condottiero di Israele; di quel flagello morirono ventiquattromila persone. “Tu li dissolverai come si dissolve il fumo; come la cera si scioglie davanti al fuoco, così periranno gli empi davanti a Dio”. Salmi 68:2

Israele doveva riconoscere il proprio peccato come causa della loro tragedia. Doveva abbattere gli idoli che li dominavano, anche se erano soltanto un pezzo di materia senza vita. C’era dietro un potente spirito demoniaco: il dio della lussuria e dell’impurità; la sua missione è derubare Dio di tutta l’adorazione e la fede del suo popolo.

Nella Parola di Dio, un idolo consiste in tutto ciò che prende il primo posto; l’idolatria non è necessariamente il prostrarsi davanti ad una statua il rivolgersi a pratiche occulte ed esoteriche. Ricordiamoci quali devono essere le priorità del nostro cuore e della nostra vita. Dio detesta ogni passione deleteria e consiglia ai credenti di guardarsi da ogni cosa che li fa cadere nell’iniquità. La voce di Dio non verrà a coloro che coltivano gli idoli del peccato, il cui cuore è indurito. Questi uomini hanno eretto i loro idoli nel cuore e hanno posto davanti a loro un ostacolo che non gli permetterà di ereditare la vita eterna. Non sprechiamo tempo in cose che ci portano lontano da Dio. Il nostro Dio è un dio geloso! Colui che ha conosciuto Dio, reputa tutto il resto spazzatura. “Anzi, a dire il vero, ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho rinunciato a tutto; io considero queste cose come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo”. Filippesi 3:8

Davide disse: “Si misero sotto il giogo di Baal-Peor e mangiarono i sacrifici dei morti. Irritarono Dio con le loro azioni, e una pestilenza scoppiò tra loro. Ma Fineas si alzò, fece giustizia e il flagello cessò. E ciò gli fu messo in conto di giustizia di generazione in generazione, per sempre”. Salmi 106:28-31 Questo significava che finquando Cristo non avrebbe stabilito il suo regno eterno, ci sarebbe stato un residuo che avrebbe avuto lo stesso spirito e lo stesso zelo di Fineas. Così anche al presente, c’è un residuo eletto per grazia. Il Signore nella Sua misericordia, ha deliberatamente scelto di chiamare a Sé un popolo su cui riversare il Suo amore in Cristo, Lo ha fatto semplicemente perché cosi Gli è piaciuto. Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa; voi, che prima non eravate un popolo, ma ora siete il popolo di Dio; voi, che non avevate ottenuto misericordia, ma ora avete ottenuto misericordia”. 1 Pietro 2:9-10

Nell’antico Testamento, Israele fu scelto da Dio per essere la Sua nazione santa. Ora Egli ha un popolo nuovo, composto da tutti quelli che sono stati redenti dal prezioso sangue di Gesù. Per riscattarci da ogni iniquità, ha dato Colui che ci ha conquistato con il suo amore; noi che vivevamo nel peccato, ci ha elevato ad alta dignità e ci ha fatti figli di re. “Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e purificarsi un popolo che gli appartenga, zelante nelle opere buone”. Tito 2:14 Non è un popolo delimitato da confini geografici perché comprende quanti riconoscono in Cristo il loro Signore. Dio si compiace del suo popolo e lo custodisce con estrema cura. Abbiamo bisogno che lo Spirito Santo faccia risplendere sulle nostre anime il fondamento della verità: la Parola di Dio.

“Chi vi farà del male, se siete zelanti nel bene?”.1Pietro 3:13

“Guidami nella tua verità e ammaestrami; poiché tu sei il dio della mia salvezza; io spero in te ogni giorno”. Salmo 25:5

Maria Torraco