Mi chiamo Giuseppe e sono un giovane di ventidue anni, nato in una famiglia cristiana. Sia mia madre, che mio padre, Pastore di una Chiesa evangelica mi guidarono fin da piccolo verso la verità. Ricordo nella mia infanzia alcuni inni che mio padre metteva la mattina sul giradischi di casa; era bello svegliarsi sentendo glorificare Dio, attraverso quei cantici. Anche durante i miei anni lontano da Dio, non sono mai riuscito a dimenticare i giorni della mia infanzia, quando in casa mia si glorificava il Signore, liberamente e senza oppressione.

Verso i tredici anni accettai il battesimo in acqua, dopo aver fatto varie esperienze nei campeggi evangelici durante i mesi estivi, nelle varie località d’Italia. In quegli anni Dio mise un seme nel mio cuore, come un filo conduttore che dopo diversi anni doveva riportarmi sulla “strada della vera Vita”.

L’anno dopo che mi battezzai satana cominciò ad avere influenza nella mia vita. Mi affascinava tutto ciò che era misterioso e occulto; suonavo la chitarra e ascoltavo un certo tipo di musica, ed è stato questo che lasciò entrare il diavolo nella mia vita.

Iniziai a fumare droghe leggere e a frequentare cattive compagnie. Iniziai a odiare Dio e la Chiesa, e perfino i miei genitori. Contava una sola cosa per me: il successo.
Desideravo più di ogni altra cosa al mondo di avere successo; suonare la chitarra meglio di chiunque altro e per questo ero disposto a lasciare tutto: famiglia, ragazza, amici. Ero disposto anche a calpestare le persone che mi amavano tanto; ero disposto a tutto, anche a dare la mia anima nelle mani del diavolo.

Iniziai in quegli anni di smarrimento e di crisi a invocarlo da solo nella mia camera ogni sera prima di addormentarmi. Volevo stabilire un patto con lui: la mia anima e la morte eterna in cambio del successo. E ben presto la presenza di satana iniziò a manifestarsi. Durante la notte, potenze malefiche attraversavano il mio corpo. Spesso ero svegliato di soprassalto e udivo come dei sospiri affannosi, sentivo strisciare sul pavimento un qualcosa d’invisibile. Ricordo che molte volte fui tentato al suicidio. Un giorno chiuso nella mia camera, mi avvicinai alla finestra e dissi a me stesso: “Con questo salto sarà tutto finito”. Ringrazio il Signore di non aver fatto quel salto… non saprei dire neanche il perché di quel gesto. Dio conosceva la mia situazione e nella Sua infinita misericordia mi venne in aiuto, mettendo al mio fianco una ragazza molto forte al dolore e capace di resistere e di sopportare ogni cosa io facessi. Sperava che un giorno io accettassi il Signore, e pregava per me; ma la mia condizione peggiorò e satana mi legò con delle forti catene che soltanto Dio poteva rompere. In quei giorni ero troppo lontano da Lui e il mio cuore s’induriva sempre più ed io resistevo tutte le volte che Dio mi chiamava a ravvedimento.

Una notte feci un sogno: sognai che in casa mia c’era una bara e quando vi guardai dentro per cercare di capire chi fosse morto, vidi me stesso. In quell’istante compresi che era il mio spirito che giaceva inerme in quella bara. Era la mia morte spirituale, ed io piangevo. Sapevo nel sogno che se non avessi accettato Dio, quella bara avrebbe ospitato anche il mio corpo materiale. Nonostante tutto, continuai a invocare satana, affinché si materializzasse nella mia camera. Tutto questo non è avvenuto per le continue preghiere di mia madre, di mio padre, delle mie sorelle e della chiesa, poiché è scritto che “l’Eterno ascolta la preghiera dei giusti” (Proverbi 15:28).

Nel frattempo studiavo composizione e contrabbasso presso il Conservatorio di musica di Foggia. In seguito ottenni il Diploma di contrabbasso, e suonai in un’orchestra da camera, ma tutto questo non mi soddisfava. Avevo studiato la chitarra molto accuratamente, prima con l’aiuto di un professore, e poi come autodidatta. Conoscevo a memoria gli spartiti dei più grandi chitarristi di musica Rock. Il mio cuore ormai era lì, e a qualunque costo avevo deciso di sfondare. Alcuni membri di complessi Rock più famosi, usano drogarsi prima di presentarsi davanti alle folle per suscitare in esse delirio. Per questo respingevo Dio e contrastavo i Suoi ripetuti inviti, questo mi avrebbe certamente impedito di realizzare le mie aspirazioni. Ora so che se avessi raggiunto il successo, quello sarebbe stato per me la mia condanna. Arrivai sul punto di desiderare di entrare a far parte di una chiesa satanica, dove avrei potuto partecipare alle così dette “messe nere”. In quella chiesa avrei fatto le mie richieste su di una pergamena vergine, davanti a tutta l’adunanza mentre recitavo frasi che mi astengo dallo scrivere.

Di tutto questo ne avevo sentito parlare da alcuni amici, e avevo letto da qualche parte che queste adunanze erano numerose, specie nelle grandi città. Così l’occasione arrivò.
Infatti, alcuni amici della comunità partirono per un campeggio cristiano. Io mi aggregai a loro, con immenso piacere da parte dei miei genitori; ma segretamente il mio fine era ben diverso.
Terminato il campeggio, andai a Torino e lì cercai di trovare una di queste chiese. Credo fermamente che ci sarei riuscito se il Signore non me lo avesse impedito. Soltanto ora mi rendo conto di quanto ci fossi vicino. Ancora una volta Egli non permise che io cadessi nella “fossa profonda” da dove forse non sarei più potuto uscire.

Ne restai deluso, e forse non mi rendevo conto del perché tutti i miei programmi finivano nel nulla. Mi dimenticai molto presto del sogno che avevo fatto ma Dio mi ricordò la terribile situazione in cui ero, attraverso un altro sogno che fece, questa volta, mia madre. Sognò che davanti al portone di casa si svolgeva un corteo funebre. Vi erano molte corone di fiori. Io ero appoggiato al muro, indifferente e non curante. Mia madre mi chiese chi era morto, ed io non risposi. Vide dalle scale scendere una bara, si avvicinò e mi vide dentro la bara, contorto, con una lacrima che scendeva dai miei occhi, mentre la bara si chiudeva lentamente, sempre più. La mia ragazza e mia madre urlavano e mi chiamavano, invitandomi a uscire, prima che la bara si chiudesse completamente del tutto. Così d’improvviso, con uno scatto veloce aprii la bara, uscii e corsi per le scale. Mia madre non sapeva nulla del mio sogno precedente e quando ascoltai il suo, mi meravigliai. Non potevo spiegarmi la verosimiglianza di questi due sogni.

Tutto ciò, invece di portarmi alla riflessione, indurì ancora di più il mio cuore. Volevo far presto, desideravo che satana s’impossessasse più forte della mia anima, perché non cedessi all’invito di Cristo per la mia salvezza. “Ero ridotto in misero stato” (Salmo 116:6). Ora comprendo come Dio è stato paziente verso me.
Così il diavolo accrebbe le sue tentazioni; i miei genitori temevano per la mia psiche e finanche la mia ragazza che aveva avuto tanta forza fino a quel momento, aveva paura di uscire con me.

La settimana precedente alla mia conversione fu la più terribile della mia vita. Ricordo che cominciai a invocare il diavolo notte e giorno, affinché si materializzasse. Ero intenzionato a non smettere, fino a che qualche cosa non fosse avvenuta. Lui sapeva di non aver più molto tempo a disposizione, perciò alla vigilia della mia conversione a Dio, avvertii una forte presenza demoniaca come mai avevo sentito. Non saprei spiegarlo, ma era veramente una cosa terribile. Alle 4,30 del mattino (ed erano poche ore che dormivo), mi svegliai di soprassalto. Non so cosa fu a svegliarmi, ma più tardi seppi che mia madre proprio in quella stessa ora, sentì il bisogno di pregare per me. Mentre lei pregava nella sua stanza, io non mi rendevo conto di quanto succedeva, ma sapevo che qualcosa stava per accadere. Durante tutto il giorno avvertii una forte oppressione. Non ne potevo più. La sera uscii con la mia ragazza e credetti, nel separarmi, di salutarla per l’ultima volta. Le dissi che quella notte nella mia camera doveva succedere qualcosa di terribile. Non potevo immaginare però che Dio onnipotente avrebbe invece spezzato le catene del maligno ed io nel nome di Gesù lo avrei vinto per sempre.

Infatti, verso la mezzanotte, come rapito da una forza divina, senza accorgermene, presi la Bibbia, me la strinsi forte al petto e incominciai a lodare il Signore, invocando il Suo perdono per i miei peccati e chiesi nel nome di Gesù di scacciare per sempre satana dalla mia vita.
In quel momento la mia famiglia dormiva, ed io lottai in preghiera e cantai cantici di lode per quasi sei ore. Nessuno se ne accorse. Chiesi a Dio che se voleva che io combattessi quella battaglia da solo con Lui, non avrebbe dovuto far svegliare nessuno e così fu. Dopo una faticosa ma vittoriosa battaglia andai in cucina. Erano circa le sei del mattino. Mi sentivo molto debole e mangiai un po’. I miei genitori si alzarono e come mi videro, mi chiesero se stavo bene. Io dissi loro che avevo finalmente accettato Gesù, e che per tutta la notte avevo pregato intensamente. Ci abbracciamo e continuammo a pregare insieme. Forse quella notte, la bara del sogno si sarebbe chiusa definitivamente, e la mia anima sarebbe appartenuta a satana, in cambio di un successo che io volevo realizzare a qualunque costo. Dio ha invece voluto salvarmi in tempo. Ora mi sento liberato, e voglio servirlo. Egli ha lavato i miei peccati con il Suo Prezioso Sangue e mi da forza giorno per giorno per vincere le tentazioni del maligno. Ricordo ancora che quattro giorni prima di convertirmi, sognai un demone uscire da ceneri e fango bollente, e inseguirmi per le scale di casa. Io correvo forte, ma lui era più veloce di me. Però mi accorsi che quando scendevo le scale, il demone si afferrava, ma quando le salivo, lui si divincolava e si allontanava.

Ora so che la vittoria in Cristo ha vinto il diavolo, ed io devo salire verso di Lui, mai più scendere verso il basso.
Egli ci protegge, e nessuno potrà farci del male. Gesù ha vinto e anche noi in Lui “siamo più che vincitori”. Un solo istante vicino al Signore vale più che un’intera vita di successo e di ricchezze. Così dopo sei lunghi anni il 23 ottobre 1987, il Signor Gesù mi ha salvato e ora glorifico l’Eterno e con la mia chitarra accompagno le lodi a Dio. Il mio ardente desiderio di andare a Hollywood per studiare e suonare per il mondo, ora è sparito perché Dio ha operato in me. Ora la mia vita di successo è vivere nel Signore e a Lui voglio dare tutta la mia lode nei secoli dei secoli.

Giuseppe Rutigliano

da: Aurora Cristiana 1989